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Il duro lavoro dei pastori è spesso accompagnato da immagini idilliache. © David Henguely

“Con il loro lavoro i pastori danno un importante contributo alla conservazione della biodiversità dei paesaggi alpini, oltre alla produzione di carne nell’ambito di cicli regionali”, dichiara Manon Wallenberger, responsabile del progetto per la CIPRA International. Occorre quindi una maggiore consapevolezza dell’importanza del loro lavoro, prosegue. Alla fine di gennaio Wallenberger si è confrontata con una quarantina di esperti sul lavoro e la realtà dei pastori, le opportunità di finanziamento attraverso la politica agricola comune (PAC) dell’UE e un possibile progetto Erasmus+ con e per i pastori nelle Alpi, per il quale sta cercando partner di progetto.

La professione di pastore è impegnativa, inoltre è soggetta al rischio di predazioni da parte dei grandi carnivori. Le ore di lavoro sono lunghe, non c’è sicurezza finanziaria a lungo termine e i giorni di riposo non esistono o sono una rarità. Nella maggior parte dei paesi alpini, i pastori sono poco organizzati e hanno scarsa influenza a livello politico, perché non possono esprimersi con una voce univoca. I partecipanti alla conferenza hanno confermato che una rete transalpina potrebbe contribuire a questo obiettivo. A tal fine, è essenziale mettere in rete le organizzazioni esistenti e promuovere lo scambio di informazioni sulle opportunità di formazione e di finanziamento in tutto l’arco alpino – tenendo conto delle differenze regionali e nazionali, linguistiche e dei metodi di lavoro.

La conferenza è stata finanziata dal progetto Life Euro Large Carnivores e si è basata sui risultati del progetto della CIPRA “Trasferimento di conoscenze sul coadattamento tra uomo e lupo nella regione alpina“.