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Un sistema di scambio regionale
L’estate volge al termine. Nella stagione calda, durante le loro escursioni sulle Alpi, i turisti di Berlino, Briançon, Zurigo, Malbun o Bovec hanno ammirato i prati fioriti, i boschi e i torrenti di montagna. Con ogni probabilità, pochi di loro hanno riflettuto sul fatto che, oltre al loro valore estetico, questi miracoli della natura erogano anche un gran numero di preziosi servizi alla popolazione dell’Europa. Questi «servizi ecosistemici» indicano i benefici che uomini e donne traggono dagli ecosistemi e che hanno un forte impatto sulla loro qualità di vita. Aria pulita e acqua pulita, deposito di CO2, protezione dai rischi naturali, spazio ricreativo e fonti energetiche rinnovabili: queste sono solo alcune delle prestazioni erogate dalla natura alpina. Più sono intatti e «sani» gli ecosistemi, più varie e complesse sono queste funzioni. I processi naturali richiedono tempo e spazio per potersi sviluppare. E la diversità biologica deve essere conservata.
Tutto gratuito?
I servizi degli ecosistemi alpini vanno a beneficio degli abitanti delle Alpi e soprattutto delle grandi metropoli perialpine. Sia la popolazione alpina che quella urbana dà per scontata la gratuità dei servizi ecosistemici e contribuisce in vari modi a danneggiare o addirittura distruggere altri ecosistemi. La crescita economica è e rimane il principale obiettivo della politica pubblica e dell’amministrazione, con un conseguente aumento della pressione sugli ecosistemi alpini. In tutto il mondo il 60 per cento degli ecosistemi è a rischio e nelle Alpi il 45 per cento delle specie floristiche rischia l’estinzione entro il 2100.
Le comunità montane considerano spesso la protezione della natura un ostacolo allo sviluppo (economico) e privilegiano le nuove infrastrutture. Spesso la protezione della natura è considerata un compito costoso che non rende. La popolazione e i decisori delle aree urbane, invece, sono molto lontani e non si considerano responsabili della conservazione degli ecosistemi montani. Diversi programmi internazionali aiutano a comprendere meglio gli ecosistemi e i loro servizi e ad apprezzarne maggiormente il valore economico. Nell’ambito del progetto recharge.green, la CIPRA e i suoi partner mettono in mano delle amministrazioni pubbliche degli strumenti che permettono loro una valutazione oggettiva dei costi della produzione energetica da fonti rinnovabili e un confronto con altri servizi ecosistemici. Benché talvolta risulti difficile quantificare il valore di queste prestazioni in Euro o Franchi, questi metodi possono comunque contribuire a una maggiore considerazione nell’ambito della politica pubblica dei servizi della natura. Essi contribuiscono a sensibilizzare i decisori per i servizi ecosistemici e spianano la strada a forme d’uso meno impattanti e distruttive.
I partner del progetto greenAlps – fra i quali anche la CIPRA – fanno pressioni affinché la logica del risarcimento postumo dei danni ambientali sia sostituita da un sistema di valutazione e di retribuzione dei servizi ecosistemici. La conservazione degli ecosistemi, infatti, riduce i costi a lungo termine e migliora il benessere. Un ecosistema fluviale in condizioni naturali, ad esempio, rende superflui i complessi interventi di difesa contro le esondazioni.
Cooperazione sul piano di parità
L’approccio ecosistemico permette uno sguardo diverso sulla distribuzione di benessere, responsabilità e compiti. Aiuta a considerare le aree di montagna non già dei territori svantaggiati che necessitano di sovvenzioni. Le aree di montagna e gli ecosistemi forniscono servizi di elevato valore che devono essere remunerati allo stesso modo come i servizi predisposti a livello urbano nei settori della salute, della formazione e dei trasporti.
I partner del progetto greenAlps ritengono che una migliore
valorizzazione e gestione dei servizi ecosistemici richieda una più intensa cooperazione tra discipline diverse, tra territori diversi e tra attori diversi nell’ambito di «regioni di lavoro». In questo ambito alle amministrazioni pubbliche spetta il ruolo chiave di elemento di congiunzione fra esperti e organizzazioni non governative, politici e lobbisti.
Sono numerosi gli esempi di cooperazione fra città alpine e regioni di montagna, ad esempio fra le regioni pilota delle reti ecologiche della Convenzione delle Alpi, le regioni LEADER o i parchi naturali regionali con il loro bacino idrografico. Nelle Alpi mancano però strutture e strumenti adeguati per la collaborazione con le metropoli circostanti. La strategia europea per lo spazio alpino potrebbe rappresentare un passo in questa direzione, in quanto ha formulato i principi fondamentali della cooperazione di pari livello fra le aree centrali e le metropoli, nonché della conservazione degli ecosistemi e dei loro servizi.
Claire Simon
CIPRA Internazionale
www.recharge-green.eu
www.greenalps-project.eu (en)