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«Perfino gli/le automoblisti/e beneficiano della bicicletta»

28/06/2023 / Katarina Žakelj, CIPRA Slowenien
Lea Rikato Ružić è un’esperta di pianificazione dei trasporti che vanta 12 anni di esperienza nella mobilità sostenibile. Nel tempo libero è anche presidente della Ljubljana Cycling Network, impegnata a migliorare le condizioni dei/delle ciclisti/e in città. In quest’intervista ad AlpinScena spiega perché anche gli/le automoblisti/e più accaniti/e beneficiano delle città a misura di bicicletta.
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La Rete ciclabile di Lubiana lavora per migliorare le condizioni dei ciclisti a Lubiana. (c) Alexander Nadrilyanski

Quanto è ciclabile Lubiana?

Siamo nella media. Abbiamo una quota relativamente alta di spostamenti in bicicletta e un’infrastruttura abbastanza ben sviluppata, ma c’è ancora molto margine di miglioramento. Questo si riflette anche sul Global Bicycle Index, dove altre città alpine ottengono un punteggio migliore di Lubiana. Io credo che Lubiana possa imparare da altre città, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti ferroviari efficienti e multimodali e le piste ciclabili ben curate per il tempo libero, il turismo e i/le pendolari. Questo aspetto è davvero carente nel nostro Paese, anche se sta lentamente migliorando.

Quali cambiamenti ha notato negli ultimi anni per i/le ciclisti/e a Lubiana?

Negli ultimi anni sono state colmate le maggiori lacune nella rete ciclabile, l’uso della bicicletta in centro è diventato più facile e sicuro, ci sono più parcheggi in tutta la città. BicikeLJ (il servizio di noleggio biciclette comunale) è un servizio molto popolare che noleggia anche bici elettriche. Il numero di ciclisti/e sta lentamente aumentando. Tuttavia, a volte la pianificazione privilegia il traffico automobilistico rispetto al ciclistico; tant’è che, con il semaforo rosso, le auto possono svoltare a destra, il che è pericoloso sia in bicicletta che a piedi. A volte le piste ciclabili non sono adeguatamente segnalate. Ci sono altre cose che dovrebbero essere implementate o che sono almeno in fase di progettazione, ma manca ancora la volontà.

Quali sono i principali aspetti da considerare nella pianificazione di infrastrutture ciclabili?

Mi piace sottolineare la necessità di pianificare secondo il principio 8 – 80, sia per i/le bambini/e di otto anni che per gli/le ottantenni. Se va bene per loro, va bene per ogni persona. Non basta ampliare la rete ciclabile. Altre misure sono talvolta ancora più importanti: la limitazione del traffico automobilistico, l’inverdimento delle strade, l’interazione con il trasporto pubblico, il controllo delle auto parcheggiate nelle aree ciclabili, percorsi più brevi in bicicletta che in auto. È importante fornire agli/alle utenti un’esperienza di qualità dal punto di partenza fino all’arrivo, inclusi parcheggi per biciclette sicuri e convenienti.

Chi beneficia della città a misura di bicicletta?

Tutti e tutte. Chi beneficia di più sono i/le residenti che, indipendentemente dall’età, dallo status sociale o dalle limitazioni imposte dalla salute, possono utilizzare un mezzo di trasporto economico che consente loro di spostarsi facilmente da porta a porta. La sicurezza stradale migliora, I/le bambini/e sono più indipendenti, i genitori meno stressati, le persone anziane restano mobili più a lungo. La qualità dell’aria migliora, il rumore diminuisce. I comuni ne traggono vantaggio perché la bicicletta occupa molto meno spazio dell’automobile e lo spazio pubblico può essere utilizzato per offerte più sensate e anche economicamente più interessanti. Perfino gli/le automobilisti/e più incalliti/e traggono vantaggio dall’uso della bicicletta, perché ci sono meno ingorghi. La qualità di vita migliora per tutti e tutte, senza praticamente alcun effetto collaterale negativo. È una soluzione estremamente semplice ed economica a molti problemi urbani, e a volte stento a credere che le città non lo capiscano e non vogliano servirsi della bicicletta – questa vecchia invenzione – a loro vantaggio.

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