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I giovani discutono sul consumo di suolo in Val di Susa/I

21/06/2022 / Nora Leszczynski, CIPRA Internazionale
In Val di Susa/I la scarsità di superfici utili è causa di conflitti di utilizzo del territorio tra la popolazione locale e il Governo italiano, che intende realizzare una nuova linea ferroviaria internazionale lungo la valle. Alla fine di maggio, nove giovani provenienti da tutti i Paesi alpini si sono incontrati in valle per discutere del consumo di suolo con la Consulta dei giovani della CIPRA, nell’ambito del progetto Re.sources.
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La costruzione di un progetto ferroviario in Val di Susa/I incontra grandi resistenze da parte della popolazione locale in quanto comporta svantaggi sociali ed ecologici. (c) Isabella Helmschrott

Conflitto tra paesaggio, agricoltura e trasporto merci: nei pressi del comune di Giaglione, in Val di Susa, è prevista la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità “Nuova Linea Torino-Lione” (NLTL) tra Lione e Torino. A fine maggio le/i giovani partecipanti al progetto Re.sources hanno visitato il cantiere in Val di Susa con la Consulta dei giovani della CIPRA (CYC) e hanno discusso delle conseguenze ambientali e degli impatti sociali nella regione con alcuni rappresentanti del movimento “No TAV”. Il progetto Re.souces finanziato da Erasmus+ mette in rete giovani di tutta la regione alpina sul tema delle risorse alpine. La CYC, partner del progetto, si è concentrata sull’uso del territorio in Val di Susa e ha affrontato, nel corso di un’escursione, il tema del paesaggio come risorsa.

 

La Val di Susa è già attraversata da un’autostrada, due strade statali e una linea ferroviaria. La nuova linea servirà principalmente per il trasporto merci ed è finanziata come progetto transfrontaliero dall’UE e dai Governi di Italia e Francia. Anche se il trasferimento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia è importante per la protezione del clima, i vantaggi e gli svantaggi devono essere soppesati localmente in ogni singolo caso. In Val di Susa gli svantaggi sociali ed ambientali hanno indotto la popolazione locale ad una forte opposizione verso la nuova linea ferroviaria tanto da rallentarne fortemente i lavori di costruzione. Per Louis Didelle, francese, membro della Consulta dei giovani della CIPRA, la visita al cantiere è stata un’esperienza deprimente: “Abbiamo potuto vedere, sentire e percepire la distruzione della montagna sotto i nostri piedi”. Ma essere testimoni di tale distruzione giustifica ancora di più l’impegno a proteggere la montagna, osserva il ventitreenne.

Un conflitto di utilizzo di tipo diverso

Nel corso dell’escursione i partecipanti hanno visitato anche la Sacra di San Michele. L’abbazia è uno dei luoghi simbolo della regione e, con la sua ampia vista sulla valle, offre anche una panoramica sull’attuale utilizzo del territorio. Come conseguenza del progetto ferroviario, le varie esigenze di utilizzo del territorio – come l’agricoltura, il turismo e l’industria – saranno sottoposte a una pressione crescente. Anche altre risorse, come le acque sotterranee, sono interessate dai lavori di costruzione.

Gabriel Popham, 27 anni, italiano, sta svolgendo un dottorato di ricerca sul progetto presso la Sussex University ed è convinto: “Il movimento No TAV si è guadagnato la reputazione di movimento politico radicale e spesso violento sulla stampa italiana, ma nel suo nucleo è un movimento sociale locale non violento e attento all’ambiente”.