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Bilancio di CO2 negativo nello spazio alpino

28/09/2007 / alpMedia
Le Alpi hanno tutte le potenzialità per diventare una regione modello per la protezione del clima. Attualmente, però, ogni abitante della regione alpina contribuisce in misura più che proporzionale alle emissioni di gas serra climalteranti.
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Nel settore dell'edilizia esiste un enorme potenziale di risparmio energetico. © CIPRA International
Nonostante una popolazione relativamente bassa, la notevole produzione di energia (in gran parte a zero emissioni di CO2 grazie all'idroelettrico) e l'alta percentuale di boschi, il bilancio di CO2 dello spazio alpino è tuttora negativo, cioè viene emessa più CO2 di quanta ne venga assorbita.
Partendo da questo scenario, dal 20 al 22 settembre, circa 140 esperte/i hanno discusso in occasione del Convegno annuale della CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) sulle potenzialità di sfruttamento delle energie rinnovabili e delle possibilità di aumentare l'efficienza energetica nello spazio alpino. Il convegno dal titolo "Le Alpi oltre Kyoto" si è svolto a St. Vincent, in Val d'Aosta/I.
È stato espresso un generale consenso sul fatto che i paesi alpini potrebbero - e dovrebbero - coprire la maggior parte del proprio fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili, superando così di gran lunga gli obiettivi di Kyoto per la riduzione delle emissioni. Innanzitutto si dovrebbe ridurre il consumo di energia con interventi di risparmio energetico, quindi sfruttare le grandi potenzialità offerte dal miglioramento dell'efficienza energetica e dall'utilizzo delle fonti rinnovabili quali legno, acqua, sole, vento e geotermia. Le Alpi, grazie all'intensità della radiazione solare e alla prevalente assenza di nebbia, offrono, ad esempio, condizioni quasi "mediterranee" per lo sfruttamento dell'energia solare.
Oltre alle potenzialità, la CIPRA si è occupata anche dei limiti d'utilizzo delle fonti rinnovabili, per motivi di ordine sia ecologico che economico. Mentre il potenziamento dello sfruttamento idroelettrico viene spesso criticato da lato della protezione della natura, per i nuovi impianti eolici o i grandi impianti fotovoltaici occorre considerare il possibile impatto paesaggistico.
Lo spazio alpino, in fin dei conti, non contribuisce solo al cambiamento climatico, esso è anche colpito dai suoi effetti con un'intensità superiore alla media. Questo dovrebbe costituire un'ulteriore incentivo a moltiplicare gli sforzi per una protezione esemplare del clima nelle Alpi.
Fonte: CIPRA Internazionale