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Liberarsi dell'abbondanza
E' stata questa sensazione di disfarsi della zavorra, di essere liberi. Nella vecchia baita di un alpeggio, seduta attorno al fuoco con tre amici a discutere a lungo, dopo una difficile scalata sulle ripide rocce dello Strahlbann in val Calnegia, nel Ticino, con i suoi 2.761 metri di altezza. Il fumo se ne va attraverso le fessure fra le pietre. Niente corrente elettrica, in cambio però acqua del torrente di montagna e pane, formaggio e carne secca dallo zaino.
Katharina Conradin armeggia per estrarre il suo cellulare dalla borsa; davanti al finestrino del treno passano in successione incantevoli paesaggi collinari e montani. Gli occhi color marrone scuro della trentunenne Katharina ridono luminosi dietro gli occhiali con la montatura di corno, quando mostra le foto di questi giorni. La Direttrice di Mountain Wilderness Svizzera, un'organizzazione aderente alla CIPRA, impegnata a favore di un alpinismo ecologicamente compatibile, è diretta all'evento che sarà lei stessa a presiedere: il primo dialogo alpino organizzato dalla CIPRA Internazionale; lei è membro del Consiglio direttivo. Un brainstorming con oltre venti persone attive, provenienti da tutti i Paesi alpini, che per due mezze giornate discuteranno sul tema "transizione energetica nelle Alpi", scambieranno e moltiplicheranno esperienze ed elaboreranno degli input per il loro lavoro quotidiano e per la prossima Conferenza dei Ministri della Convenzione delle Alpi.
Esiste la felicità d'ogni giorno?
Rieccolo di nuovo: il cellulare. Un riflesso. Guarda il display. "Di tanto in tanto ho bisogno di giorni come questi, lontana dalla civiltà", dice Katharina Conradin, "anche solo per sottrarmi all'obbligo di controllare continuamente le mie mail". Questa sensazione la si potrebbe anche chiamare felicità. Felicità nella vita semplice in montagna. Ma la sobrietà, e cioè la sufficienza, funziona anche nella vita quotidiana con una qualità di vita uguale o addirittura migliore? "In città non ho il fuoco del bivacco, forse però un caminetto. E non ho bisogno dell'auto perché raggiungo comunque qualsiasi destinazione".
Katharina Conradin conosce la sua impronta ecologica. E' pari a 1,8. Se tutte le persone consumassero l'energia e le risorse che lei consuma, la terra dovrebbe essere 1,8 volte più grande. E questo nonostante non possegga un'auto, acquisti prodotti regionali e da anni non utilizzi più l'aereo per andare in vacanza. Un valore molto basso per una cittadina dell'Europa centrale. Come è possibile raggiungere un valore sostenibile per tutti?
Dilemmi quotidiani
Alla Hochschule per il lavoro sociale, direttamente sul Lago dei Quattro Cantoni, si ritrovano i partecipanti, provenienti da ogni angolo delle Alpi e con background professionali molto diversi. A tutti loro sta a cuore il tema della svolta energetica e della sufficienza. C'è il quarantaquattrenne Peter Tramberend dell'Ufficio federale dell'ambiente di Vienna: "Nella mia divisione abbiamo molto a che fare con un eccessivo consumo di territorio. In Austria abbiamo una frammentazione degli insediamenti, i sobborghi proliferano e penetrano sempre più nell'ambiente rurale circostante con il relativo pendolarismo e il consumo di energia." Anche nel privato è alla ricerca di un equilibrio fra ecologia e preferenze personali: vorrebbe vivere in montagna, ma è costretto a lavorare a Vienna. La soluzione per la sua famiglia: durante la settimana vivono in un appartamento in città e i fine settimana in una casa in montagna, a un'ora di macchina da Vienna.
"In questo modo non devo fare il pendolare ogni giorno".
Alain Boulogne, 63, abbronzato, maglione verde con scollatura a V, pantaloni neri e mocassini di pelle, dal 2001 al 2008 è stato sindaco di Les Gets, comprensorio sciistico e stazione climatica nell'Alta Savoia. Il Comune ha un problema di scarsità idrica. Alain Boulogne si è trovato di fronte a un dilemma: sempre più turisti chiedevano sempre più piste da sci su cui sempre più cannoni da neve consumano sempre più acqua fino ad esaurire le riserve. Per questa ragione ha introdotto un divieto di costruire per tre anni e…. non è stato rieletto. I suoi concittadini non gli hanno perdonato questa rotta apparentemente contraria alla crescita. Ma lui ne è certo: "Dobbiamo percorrere nuove vie". Da quando non è più Sindaco si impegna come Presidente di CIPRA Francia per lo sviluppo sostenibile.
Il terzo pilastro: la sufficienza
Due interpreti di simultanea, una donna e un uomo, si alternano a mormorare frasi in lingua tedesca e inglese nei microfoni che trasmettono le loro voci alle cuffie di alcuni partecipanti. Ai muri sono appesi cartelli che raffigurano la situazione energetica nei singoli Paesi alpini. Fuori, davanti alla finestra, il Lago dei Quattro Cantoni e la riva opposta luccicano nell'ambrato sole d'autunno. Katharina Conradin dà il benvenuto al primo dialogo alpino della CIPRA e cede la parola a Hanspeter Guggenbühl per un intervento sintetico.
Il 64enne Guggenbühl, esperto di energia, scrive per diversi giornali svizzeri. Chioma grigia, volto marcato, ciclista. "Negli ultimi anni ho migliorato il mio tempo di percorrenza dello Stelvio di due minuti!" La sua tesi: la svolta energetica è necessaria, ma deve essere gestita in modo diverso. Le sovvenzioni per le energie rinnovabili hanno contribuito ad incrementare i consumi di energia elettrica. Risparmiare energia elettrica rimane poco appetibile. "A che cosa servono le sovvenzioni per le costruzioni ad alta efficienza energetica se il nostro consumo di territorio aumenta costantemente? Gli edifici pubblici devono veramente essere illuminati per tutta la notte?" Il maggiore consumo di risorse "si mangia" tutti i guadagni di efficienza, mettendo così in discussione la svolta energetica. Il cosiddetto effetto rebound. Accanto alle energie rinnovabili e all'efficienza c'è bisogno di un terzo pilastro per la svolta energetica, la sufficienza. Ad esempio una tassa d'incentivazione che si orienta al consumo energetico e che quindi rende più conveniente e interessante risparmiare energia.
Dopo una discussione, il tema viene approfondito nei workshop. Claire Simon, Direttrice della CIPRA Internazionale, ne presiede uno sul tema della sufficienza. Una breve illustrazione delle origini del termine: Diogene nella botte ne aveva fatto uno stile di vita e l'economista Malthus nella sua "legge della popolazione" aveva trovato questa formulazione drastica nel XIX secolo: se il numero di persone supera quello degli alimenti producibili per il loro approvvigionamento, saranno le carestie a ristabilire l'equilibrio fra offerta e domanda. In tempi moderni anche il Club of Rome affermava le stesse cose. "In tutte le discussioni che affrontiamo alla CIPRA, indipendentemente dal tema, giungiamo sempre alla stessa questione: di che cosa abbiamo bisogno realmente?"
Foreste di pale eoliche
In fondo alla sala Rudi Erlacher è seduto di fronte al proprio laptop e risponde direttamente online a tutte le domande. Indossa una giacchetta e porta i baffi; a Lucerna rappresenta la CIPRA Germania, è direttore dell'Associazione per la protezione della montagna ed è laureato in fisica; lo si percepisce dal rigore logico della sua argomentazione: "Nel nostro ruolo di associazione di protezione della natura dobbiamo mettere in evidenza i lati d'ombra della svolta energetica: la distruzione del quadro paesaggistico. La fede nel potenziale pressoché inesauribile delle energie rinnovabili disattende il desiderio dell'uomo di una natura intonsa." Lui è preoccupato per i piani nel sud della Germania: in Baviera, ai margini delle Alpi è prevista la costruzione di quattro centrali idroelettriche a pompaggio, mentre nel Baden-Württemberg entro il 2015 si installeranno 8.000 pale eoliche. "Si tratterebbe di un generatore eolico ogni quattro chilometri quadrati!"
Le Alpi che fungono da "batteria verde d'Europa"? Anche nel workshop sul contributo delle Alpi alla svolta energetica si sollevano riserve nei confronti del proliferare delle nuove costruzioni: "Le Alpi non possono esportare più energia nelle regioni circostanti; le capacità sono esaurite", afferma un partecipante. E poi, ancora una volta, viene citato l'ex Presidente della CIPRA, Mario Broggi: "Il paesaggio alpino non è rinnovabile!"
Un uomo in camicia di jeans, seduto in posizione rilassata e con uno sguardo talvolta scettico, obietta che "la rinuncia è difficile da far digerire". In primo luogo si tratterebbe di sviluppare un'idea di qualità della vita associata ad un minore consumo. Un ottimo compito per un'organizzazione non governativa come la CIPRA, trova Francesco Dellagiacoma, responsabile dell'Ufficio filiera foresta e legno della Provincia di Trento e per anni compagno di viaggio della CIPRA. La vita nelle case passive non solo è più ecologica, ma anche più gradevole rispetto alle case normali. E' su questo che occorre puntare. "Possiamo costruire di più con il nostro legname, invece di importarlo a poco prezzo dal lontano oriente e, con i trasporti, esportare emissioni di CO2."
Guadagnare punti con nuove idee
Katharina Conradin continua a raccogliere idee per le strategie di sufficienza. "Quali impulsi riuscite a portare nelle vostre regioni?" Continua ad aumentare il numero di schede colorate che alla fine della seconda giornata coprono la lavagna. Katharina Conradin legge le proposte. In cima c'è la costituzione di una banca dati con esempi di buone pratiche di tutti i settori della vita. In alcune regioni, ad esempio, l'apertura di nuovi comprensori sciistici sarebbe legata alla decostruzione dei vecchi impianti di risalita. Considerazioni simili si fanno a Vienna con un sistema di ecopunti per il consumo di superficie: quando si costruisce ex novo, in futuro è prevista la creazione di superfici di compensazione in altri luoghi. Oppure sarebbe possibile finanziare l'acquisto per un giorno di tutti gli spazi pubblicitari di giornali e televisioni per sensibilizzare sulla nostra dipendenza dai consumi. Katharina Conradin propone: "Non fare il predicatore, ma sii da esempio e misura la tua impronta ecologica."
I due giorni di brainstorming sono passati. Dalla continuazione del dialogo alpino si vedrà quali delle riflessioni verranno implementate sul posto dai partecipanti e qale sarà la reazione dei decisori politici. Ora si tratta di scattare una foto ricordo. Un ponte sul lago promette lo sfondo adatto, con le foglie d'autunno e i gabbiani. Il rumore del soffia-foglie di un dipendente della città sovrasta i gabbiani. Il motore a due tempi ha un grande compito da svolgere: deve soffiare le foglie degli alberi in riva al lago, portandoli sull'altro lato del parcheggio dove potranno essere raccolte. Il gruppo ride. Qualcuno dice: "Ecco, questo è tutto sul tema della sufficienza."
Di Tilman Wörtz (testo) e Heinz Heiss (foto)
Zeitenspiegel Reportagen
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Indurre la svolta energetica
Il dialogo alpino sulla svolta energetica, avviato a Lucerna/CH alla fine di ottobre 2013, è uno dei contributi della CIPRA ad una svolta energetica compatibile con la natura. Insieme ad alcune sue organizzazioni affiliate, la CIPRA Germania ha elaborato un documento di posizione sulla realizzazione di una svolta energetica compatibile con la natura nelle Alpi bavaresi. Con
l'escursione Alpine Power e con la campagna "Fuoco nelle Alpi", nell'estate 2013 la CIPRA Svizzera ha promosso una campagna di sensibilizzazione sulla minaccia che il cambiamento climatico e la svolta energetica rappresentano per la montagna. Rappresentanti della CIPRA illustrano risultati e richieste agli organi della Convenzione delle Alpi, fra cui la Piattaforma Energia.
L'evento è stato organizzato nell'ambito dei progetti climalp e Alpstar con il sostegno finanziario dell'Ufficio federale
dello sviluppo territoriale svizzero, del Cantone di San Gallo, del Liechtenstein, dell'UE, della Fondazione Karl Mayer e della
Fondation Assistence.
www.cipra.org/it/cipra/internazionale/progetti/in-corso/dialogo-alpino
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Fonte: Relazione annuale 2013 CIPRA Internazionale
www.cipra.org/relazioni-annuale