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Punto di vista: La borsa dei transiti per liberare le valli alpine dal traffico

29/04/2015 / alpMedia
Per ridurre il traffico su gomma e favorire il trasferimento modale occorre far diminuire la domanda di trasporto. Per Francesco Pastorelli, direttore della CIPRA Italia, ciò può essere fatto adottando la borsa dei transiti sui valichi alpini.
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Francesco Pastorelli è il direttore della CIPRA Italia © CIPRA International

La realizzazione della seconda galleria autostradale del Frejus, tra Italia e Francia, rappresenta una palese contraddizione rispetto a quanto stabilito dal Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. A pochi anni dalla sua entrata in funzione si prevede un incremento del numero di passaggi. Questo significherebbe per la valle e per le popolazioni locali, un aumento delle immissioni e dell’inquinamento. Lo stesso problema si avrebbe al valico del Gottardo qualora venisse realizzato il raddoppio del tunnel autostradale.

Lungo tutto l’arco alpino continuiamo ad assistere alla progettazione di nuove grandi opere infrastrutturali, ma non sono mai state prese seriamente in considerazione misure per far diminuire la domanda di trasporto su gomma. Così come non ci si è mai posto il problema di cosa sia davvero necessario trasportare.

Per contingentare il quantitativo di merci su gomma che attraversano le Alpi si potrebbe applicare per la prima volta su una direttrice alpina la borsa dei transiti. Si tratta di uno strumento basato sui meccanismi di mercato con l’obiettivo di favorire il trasferimento modale. In pratica si fissa un numero massimo di diritti di passaggi per quel valico e tali diritti vengono messi all’asta. Tale numero è da stabilirsi sulla base delle reali capacità di sopportazione non solo dell’infrastruttura, ma considerando anche i livelli di inquinamento per le aree attraversate. Oltre quel numero si transita per il valico con altre modalità, ad esempio sfruttando la capacità ferroviaria esistente, tutt’altro che residuale. Ovviamente per evitare il traffico di aggiramento attraverso altri valichi, la procedura andrebbe coordinata con gli altri paesi alpini su tutto l’arco alpino o almeno su tutta una direttrice.

Queste misure - dal costo infinitesimo rispetto a quelle necessarie per le nuove infrastrutture – rientrano in quella politica dei trasporti contenuta in documenti strategici come il Libro Bianco dell’Unione Europea o lo stesso Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi che i Paesi alpini e l’Unione Europea hanno adottato e che dovrebbero impegnarsi ad attuare. Sarebbe il modo meno costoso per rendere il sistema del trasporto europeo più efficiente, per ridurre quei trasporti superflui e gli effetti dannosi per l’ambiente e le popolazioni che vivono lungo le direttrici di transito.

Fonte e ulteriori informazioni: www.cipra.org/it/comunicato-stampa/la-borsa-dei-transiti-alpini-e-giuridicamente-fattibile, www.europaregion.info/it/alpentransitboerse.asphttp://www.cipra.org/it/cipra/italia/CS_raddoppio%20del%20traforo%20del%20Frejus.pdf/at_download/file, www.alpeninitiative.ch/iniziativa-delle-alpi/i_nostri_temi/borsa_dei_transiti_alpini.html