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Un cannocchiale polarizzante
18/12/2009
Riguardo al centro naturalistico a forma di cannocchiale posto sul precipizio del Karwendel in Baviera/D gli animi e le opinioni si dividono. È giusto costruire opere spettacolari per difendere la natura? O meglio, la natura ha proprio bisogno di una simile messa in scena per sopravvivere? Dibattito tra Kai Elmauer co-iniziatore del Mondo della montagna Karwendel e Rudolf Erlacher della Società per la ricerca ecologica.
Signor Elmauer, il Mondo della montagna Karwendel intende costruire un monumento alla natura, ma con questo imponente e spettacolare edificio non ha piuttosto costruito un monumento all'architettura?
Kai Elmauer: ovviamente no. Questo edificio non è lì perché volevamo costruire una casa sulla montagna. Questa struttura è al servizio di una didattica accessibile a tutti. Per me questo è un criterio fondamentale per l'architettura nelle Alpi. È stato creato per proteggere il Karwendel e indurre le persone ad avere un atteggiamento sensibile verso la natura.
Signor Erlacher, lei è un deciso oppositore del Mondo della montagna Karwendel. Cos'ha di così brutto questo edificio?
Rudolf Erlacher: mi chiedo come si voglia indurre le persone ad avere un atteggiamento sensibile verso la natura, piazzando nel paesaggio un cannocchiale di quelle dimensioni. Stando seduti accanto all'arrivo della funivia non si vede nemmeno più la valle! L'edificio s'impossessa della natura, la sottomette.
È contrario per principio all'architettura in alta montagna, signor Erlacher?
Erlacher: l'architettura c'è sempre stata nelle Alpi, malghe, rifugi, per consentire all'uomo di muoversi, operare e trovare riparo. Queste costruzioni rappresentano un approccio sensibile alla natura, non quel mostro, quel tirannosauro.
Elmauer: Sì, ma adesso guardiamo davvero ai fatti: il cannocchiale è situato sotto la costa della montagna, ha una forma rotonda e un rivestimento in legno che col tempo assumerà il colore delle rocce. Non si impossessa della natura, ci si adatta.
Signor Elmauer, non bastava un edificio più piccolo nello stile della stazione?
Elmauer: No. Doveva essere appunto spettacolare, perché la gente non ne dimenticasse il messaggio. Il cannocchiale coglie un simbolo della vita di montagna, libera lo sguardo in avanti, verso la valle, dove l'uomo si è creato il suo ambiente, ma anche indietro, verso la natura da proteggere. Il tutto poggia su un supporto sottile che simboleggia l'equilibrio tra natura e cultura, esattamente il compito che ci dobbiamo assumere.
Erlacher: Equilibrio? La ferrovia sul Karwendel è stata costruita nel 1967 in un territorio che era area protetta già dal 1957. Già allora, per la prima volta, l'equilibrio è stato sbilanciato. Poi, siccome il bilancio della ferrovia è sempre stato in rosso, si sono rese necessarie altre innovazioni, nuove attrattive. Il risultato è il Mondo della montagna Karwendel, l'opera che, nelle sue parole, dovrebbe rappresentare l'equilibrio, proprio quella che invece lo ha sensibilmente deturpato per la seconda volta.
Il comune di Mittenwald ha bisogno di qualcosa di spettacolare per attirare i turisti, signor Elmauer?
Elmauer: Se qualche abitante di Mittenwald guadagna qualche euro grazie al Mondo della montagna Karwendel credo che non ci sia nulla da ridire. Ma non è questo il punto. Il cittadino di Monaco vuole e ha bisogno di riposo, altrimenti perde il suo equilibrio, e allora viene qui, che ci piaccia o no. Se vogliamo evitare altri insediamenti selvaggi, la costruzione di strade, la diffusione di sentieri alpini, dobbiamo informare la gente. Non si possono tenere le persone fuori dalla natura, signor Erlacher, all'insegna del motto: "Stai fuori, altrimenti la danneggi.", ma nemmeno lasciarla semplicemente entrare!
Erlacher: Su questo ha ragione, dobbiamo informare la gente. Ma qual è il messaggio del Mondo della montagna Karwendel? Se voglio informare le persone sulla natura e allestisco un osservatorio, devo aver chiaro in mente che, con la semplice osservazione, modifico ciò su cui voglio informare. Lei propugna l'equilibrio e nello stesso tempo lo sbilancia. Pensi solo a quale intervento sulla natura è occorso per consentirne l'osservazione, a suo dire per proteggerla. Qual è il suo messaggio? È "nonostante tutto"! In fin dei conti, le pernici bianche sono ancora vive, malgrado tutto il cemento, nonostante la fascia detritica, malgrado il frastuono e le scavatrici.
Elmauer: non abbiamo costruito il nostro Mondo della montagna in mezzo alla natura, bensì al margine dell'area protetta, vicino all'arrivo della funivia, per poter orientare da lì l'utilizzo degli spazi. E ora centinaia di migliaia di persone vi si recano per imparare, per informarsi su come salvaguardare la natura.
Signor Erlacher, non dovrebbe anche lei rallegrarsi per ogni persona che si interessa alla mostra?
Erlacher: Sì, ma chi va lassù? e perché? Non sono certo alpinisti appassionati che vogliono imparare come trattare con cura la natura. Sul sito Internet il Mondo della montagna Karwendel viene pubblicizzato sfruttando il fattore del brivido dato dalla posizione del cannocchiale, posto sul precipizio. E allora la gente è incuriosita, sale e impara, più o meno per caso, che ci sono anche delle pernici bianche che occorre proteggere. Va bene, ma per questo basterebbe tirare una fune tutto intorno, per evitare che tutti corrano là. Punto.
Elmauer: Non ci sono ospiti sbagliati! Per raggiungere il nostro comune obiettivo abbiamo bisogno di tutti. Sappiamo bene dove siamo arrivati con i nostri divieti e le nostre funi. Da tempo abbiamo abbandonato la strategia delle migliaia di cartelli con lunghissimi testi informativi: non funziona. Lei, signor Erlacher, sostiene che la trasmissione mediale non va bene. Perché? Là, dentro la mostra, il visitatore può vedere il camoscio, lo può toccare - è con l'esperienza che vengono suscitate emozioni grazie alle quali è più efficace sensibilizzare! Non con la teoria.
Vuol dire quindi che la natura ha bisogno della messa in scena, della trasmissione mediale per sopravvivere, signor Elmauer?
Elmauer: Non la natura, ma l'uomo che ha perso la coscienza e la ragione. Chi non desidererebbe che la gente si recasse spontaneamente nella natura, prendendo con sé un cannocchiale, e si mettesse così a osservare piante e animali, traendone conclusioni utili per la protezione della natura? Lei sa che questo non è realistico. La maggior parte dei bambini crede che le mucche siano lilla a macchie bianche. Quindi, gioco forza, dobbiamo attirarli qui, proprio come gli adulti e, se necessario, proprio con edifici spettacolari. Cosa c'è di tanto sbagliato?
Signor Erlacher, il Mondo della montagna Karwendel ha vinto il premio della Convenzione delle Alpi per il turismo sostenibile e innovativo - i giurati sono stati tutti colti da un colpo di sonno?
Erlacher: Perlomeno a me non è molto chiaro su quale concetto di sostenibilità si siano basati. I costi sono saliti dalla cifra iniziale di 1.400.000 euro a 2.700.000: è evidente che non si tratta di una ponderazione sostenibile di costi e vantaggi. Per quanto riguarda la sostenibilità sociale, se aveste costruito qui in valle, sarebbe stata una cosa davvero bella. Il turista avrebbe potuto visitare la mostra nei giorni di cattivo tempo e informarsi, per soli 10 euro. Cosa fa invece adesso? Sale con la famiglia, non vede niente del panorama a causa delle nuvole e della pioggia, entra velocemente nella mostra, torna giù ed è costretto a pagare 50 euro. Magari poi ritorna su con il bel tempo, perché insomma vuol fare la sua esperienza. E siamo a 100 euro. Per me questa soluzione non è sociale, è una buffonata. Terzo: l'energia investita per piantare questo gigante da 1200 tonnellate di cemento a 2244 metri non può essere ecologicamente sostenibile.
Elmauer: La sostenibilità ecologica non si misura in altitudine, mi sembra una strana scorciatoia! Lei sa bene che abbiamo costruito come gli antichi egizi, trasportando la ghiaia con la funivia, per mescolarla su. Per quanto riguarda la sostenibilità sociale, perché 10 euro per la mostra a valle vanno bene, ma per la funivia no? È assurdo. La sostenibilità economica, poi, non si definisce attraverso l'ammontare dei costi di costruzione, bensì attraverso il senso dell'edificio. E questo è al servizio di una missione sociale e pubblica, cioè quella di salvaguardare le condizioni di vita della gente del posto e di proteggere il Karwendel. Insomma, i tre pilastri della sostenibilità sono garantiti
Il signor Erlacher preferirebbe costruire i centri informativi a valle. Che cos'ha in contrario, signor Elmauer?
Elmauer: Credo che non funzioni. Non si può dire alla gente: adesso, da bravo, prendi nota e tra due settimane, quando vai in cima, lo metti in pratica. Quando sarà il momento, due terzi li avrà già dimenticati. La didattica e l'esperienza diretta devono svolgersi in contemporanea. Per questo, non abbiamo solo la mostra, ma offriamo anche escursioni guidate, esperienze dirette con le rocce, ecc.
Erlacher: Se parla davvero sul serio, se il Mondo della montagna Karwendel vuole fare scuola, allora già vedo con orrore centri informativi di questo tipo in tutte le aree protette, sul Watzmann, sul Zugspitze… A quanto pare dobbiamo proprio far passare la gente prima in un edificio, dove possono accarezzare un camoscio, prima di lasciare le persone libere di uscire in mezzo alla natura. Lei parla tutto il tempo di fiducia, ma persegue una didattica che non ripone la benché minima fiducia nella capacità di apprendimento delle persone. Ovviamente l'uomo è in grado di apprendere una cosa in prospettiva e metterla in pratica poi in pratica in un momento successivo.
Signor Elmauer, perché ritiene di essere sulla strada giusta con il suo modello di didattica?
Elmauer: Ci sono tanti turisti che ringraziano esplicitamente per la mostra. E anche tra le persone che vivono qui percepisco un cambiamento. Mai nella Valle dell'Isar si era discusso con tanto impegno di energia. Anche la collaborazione e il dialogo con le organizzazioni ambientaliste funziona molto meglio.
Erlacher: Ieri sono stato su, per molte ore, e ho notato che la gente entrava, si guardava un attimo intorno e usciva. Perché? Perché fuori era così bello e il cannocchiale all'interno non ha attrattive. Non ci riuscite affatto a indirizzare l'attenzione sulle vostre informazioni! È un errore concettuale: di fronte al vero palcoscenico il cannocchiale fallisce, attira la gente fuori!
Elmauer: Può esserne felice! Come fa a sapere esattamente che cosa ha capito il turista e che cosa no? Dobbiamo andare a prendere la gente là dove si trova. Non possiamo sempre dire: questo non va, è sbagliato. Esca una volta per tutte dal suo cantuccio! Tutta la protezione della natura deve uscire dal suo cantuccio!
Per proteggere la natura, è proprio necessaria l'ascesi, signor Erlacher? Non ci si può anche divertire nella natura?
Erlacher: Lei non immagina quanto io mi diverta nella natura! Ma perché la natura improvvisamente deve essere messa in scena dalla valle fino alla vetta? Perché concetti pedagogici ed estetici devono essere trasmessi con artefatti? Perché vogliamo a tutti i costi vendere il paesaggio come se fosse un prodotto? Questo è il problema. Al centro non c'è più la natura, ma l'insieme Mondo della montagna Karwendel. Questo è ora il vero fatto sensazionale.
Elmauer: Signor Erlacher, a me sembra tutto molto astratto, mi faccia delle proposte concrete! Noi stiamo cercando un modo per coniugare protezione della natura e turismo. Se non ci riusciamo, gli abitanti di Mittenwald e di altri comuni non potranno più tenere qui i loro figli e avremo paesi e case abbandonate e questo non è affatto divertente.
Quali sono le sue proposte concrete, signor Erlacher?
Erlacher: Tutti i comuni cercano progetti per differenziarsi dagli altri. Cosa accadrebbe se Mittenwald con la sua mostra lassù dicesse: "Guardate qui, volevamo sensibilizzarvi sulla protezione della natura e invece ne abbiamo distrutto noi stessi un pezzo, lo abbiamo fatto con le migliori intenzioni, ma purtroppo era la strada sbagliata."? Se questo fosse fatto con intelligenza, la mostra potrebbe davvero diventare un luogo unico per la protezione della natura e riflettersi sul marchio del comune di Mittenwald.
Elmauer: mi scusi, ma è assurdo! Sarebbe come aprire un menù e leggere prima una grossa avvertenza: "Mangiare e bere può danneggiare il vostro fegato…" Signor Erlacher, abbiamo lo stesso obiettivo, cerchiamo un percorso comune che abbia un senso per tutti. Vogliamo creare un centro che porti a riflettere e a discutere. La sua assistenza e critica collaborazione sarebbe davvero
preziosa.
Moderatrice:
Elisabeth Schmidt-Landenberger,
giornalista free-lance, Freiburg/D
Pro: Kai Elmauer
Kai Elmauer, nato nel 1965, mediatore, laureato in economia forestale e perito industriale, è specializzato nel coordinamento e nella consulenza di progetti transfrontalieri e intersettoriali nell'ambito della protezione della natura. Elmauer è titolare dell'istituto "elmauer institute" (Hallbergmoos/D, Innsbruck/A, Abbotsford/CDN), è membro del consiglio di amministrazione della VAUNA e.V., un'associazione operante nel campo della protezione delle specie, della natura e dell'ambiente, è membro del comitato specialistico dell'Ufficio tecnico della Camera di Commercio del Tirolo ed esperto del Environmental Advisory Committee (comitato consultivo per l'ambiente) di Abbotsford, sua città natale. Kai Elmauer vive oggi vicino a Vancouver in Canada e viaggia soprattutto in Europa e Nord America. Per il comune di Mittenwald ha assunto la guida del progetto Mondo della montagna Karwendel.
Contro: Rudi Erlacher
Rudi Erlacher, fisico e scalatore, nato nel 1949, da 20 anni impegnato a favore di uno sviluppo compatibile con la natura delle nostre montagne. Il suo obiettivo è quello portare l'estetica della natura e del paesaggio a essere considerata come qualcosa meritevole di maggiore tutela nell'ambito della protezione della natura in generale. Nel 1998 ha organizzato la mostra "Nuove belle Alpi" in collaborazione con la Società per la ricerca ecologica (Gesellschaft für Ökologische Forschung). Dal 2003 è vice-presidente dell'Associazione per la protezione della montagna (VZSB - Verein zum Schutz der Bergwelt e.V.), fa parte del comitato federale per la protezione della natura e dell'ambiente del club alpino tedesco ed è membro del gruppo di lavoro Alpi dell'associazione per la protezione della natura (Bund Naturschutz) in Baviera. Rudi Erlacher vive e lavora a Monaco di Baviera. Per l'agenda 2008 del VZSB ha redatto una critica al "cannocchiale del Karwendel" e alla mostra Mondo della montagna Karwendel.
Didattica contro o al servizio della natura
Il 30 giugno 2008 è stato inaugurato il centro naturalistico del mondo della montagna del Karwendel. L'edificio progettato dall'Architetto Eberhard Steinert di Garmisch-Partenkirchen/D ha la forma di un gigantesco cannocchiale, lungo 34 metri, appoggiato su un sottile zoccolo di cemento posto su una cresta a 2244 metri di altezza. Il tubo di cemento rivestito di legno è chiuso sui due fronti da finestre che guardano rispettivamente sulla valle e sul nevaio del Karwendel, dove vivono le pernici bianche. La costruzione del "Mondo della montagna Karwendel" è costata 2,7 milioni di euro, quasi un milione e mezzo in più del previsto.
Secondo il committente, il comune di Mittenwald, e a detta del direttore del progetto Kai Elamuer, i flussi di visitatori attirati sul Karwendel contribuiranno a preservare questa straordinaria area protetta e anche a promuovere la salvaguardia della natura. All'interno del cannocchiale, in un'area espositiva di 200 metri quadrati è possibile informarsi sulle specie vegetali e animali delle Alpi e prenotare escursioni con esperti.
A marzo 2009, la Conferenza delle Alpi ha conferito al Mondo della montagna Karwendel un premio per il turismo sostenibile e innovabile. Tuttavia il "tubo sul precipizio" è un'opera che continuerà a far discutere. Durante la celebrazione gli oppositori hanno inscenato diverse forme di protesta, vedi foto.
www.bergwelt-karwendel.de
Kai Elmauer: ovviamente no. Questo edificio non è lì perché volevamo costruire una casa sulla montagna. Questa struttura è al servizio di una didattica accessibile a tutti. Per me questo è un criterio fondamentale per l'architettura nelle Alpi. È stato creato per proteggere il Karwendel e indurre le persone ad avere un atteggiamento sensibile verso la natura.
Signor Erlacher, lei è un deciso oppositore del Mondo della montagna Karwendel. Cos'ha di così brutto questo edificio?
Rudolf Erlacher: mi chiedo come si voglia indurre le persone ad avere un atteggiamento sensibile verso la natura, piazzando nel paesaggio un cannocchiale di quelle dimensioni. Stando seduti accanto all'arrivo della funivia non si vede nemmeno più la valle! L'edificio s'impossessa della natura, la sottomette.
È contrario per principio all'architettura in alta montagna, signor Erlacher?
Erlacher: l'architettura c'è sempre stata nelle Alpi, malghe, rifugi, per consentire all'uomo di muoversi, operare e trovare riparo. Queste costruzioni rappresentano un approccio sensibile alla natura, non quel mostro, quel tirannosauro.
Elmauer: Sì, ma adesso guardiamo davvero ai fatti: il cannocchiale è situato sotto la costa della montagna, ha una forma rotonda e un rivestimento in legno che col tempo assumerà il colore delle rocce. Non si impossessa della natura, ci si adatta.
Signor Elmauer, non bastava un edificio più piccolo nello stile della stazione?
Elmauer: No. Doveva essere appunto spettacolare, perché la gente non ne dimenticasse il messaggio. Il cannocchiale coglie un simbolo della vita di montagna, libera lo sguardo in avanti, verso la valle, dove l'uomo si è creato il suo ambiente, ma anche indietro, verso la natura da proteggere. Il tutto poggia su un supporto sottile che simboleggia l'equilibrio tra natura e cultura, esattamente il compito che ci dobbiamo assumere.
Erlacher: Equilibrio? La ferrovia sul Karwendel è stata costruita nel 1967 in un territorio che era area protetta già dal 1957. Già allora, per la prima volta, l'equilibrio è stato sbilanciato. Poi, siccome il bilancio della ferrovia è sempre stato in rosso, si sono rese necessarie altre innovazioni, nuove attrattive. Il risultato è il Mondo della montagna Karwendel, l'opera che, nelle sue parole, dovrebbe rappresentare l'equilibrio, proprio quella che invece lo ha sensibilmente deturpato per la seconda volta.
Il comune di Mittenwald ha bisogno di qualcosa di spettacolare per attirare i turisti, signor Elmauer?
Elmauer: Se qualche abitante di Mittenwald guadagna qualche euro grazie al Mondo della montagna Karwendel credo che non ci sia nulla da ridire. Ma non è questo il punto. Il cittadino di Monaco vuole e ha bisogno di riposo, altrimenti perde il suo equilibrio, e allora viene qui, che ci piaccia o no. Se vogliamo evitare altri insediamenti selvaggi, la costruzione di strade, la diffusione di sentieri alpini, dobbiamo informare la gente. Non si possono tenere le persone fuori dalla natura, signor Erlacher, all'insegna del motto: "Stai fuori, altrimenti la danneggi.", ma nemmeno lasciarla semplicemente entrare!
Erlacher: Su questo ha ragione, dobbiamo informare la gente. Ma qual è il messaggio del Mondo della montagna Karwendel? Se voglio informare le persone sulla natura e allestisco un osservatorio, devo aver chiaro in mente che, con la semplice osservazione, modifico ciò su cui voglio informare. Lei propugna l'equilibrio e nello stesso tempo lo sbilancia. Pensi solo a quale intervento sulla natura è occorso per consentirne l'osservazione, a suo dire per proteggerla. Qual è il suo messaggio? È "nonostante tutto"! In fin dei conti, le pernici bianche sono ancora vive, malgrado tutto il cemento, nonostante la fascia detritica, malgrado il frastuono e le scavatrici.
Elmauer: non abbiamo costruito il nostro Mondo della montagna in mezzo alla natura, bensì al margine dell'area protetta, vicino all'arrivo della funivia, per poter orientare da lì l'utilizzo degli spazi. E ora centinaia di migliaia di persone vi si recano per imparare, per informarsi su come salvaguardare la natura.
Signor Erlacher, non dovrebbe anche lei rallegrarsi per ogni persona che si interessa alla mostra?
Erlacher: Sì, ma chi va lassù? e perché? Non sono certo alpinisti appassionati che vogliono imparare come trattare con cura la natura. Sul sito Internet il Mondo della montagna Karwendel viene pubblicizzato sfruttando il fattore del brivido dato dalla posizione del cannocchiale, posto sul precipizio. E allora la gente è incuriosita, sale e impara, più o meno per caso, che ci sono anche delle pernici bianche che occorre proteggere. Va bene, ma per questo basterebbe tirare una fune tutto intorno, per evitare che tutti corrano là. Punto.
Elmauer: Non ci sono ospiti sbagliati! Per raggiungere il nostro comune obiettivo abbiamo bisogno di tutti. Sappiamo bene dove siamo arrivati con i nostri divieti e le nostre funi. Da tempo abbiamo abbandonato la strategia delle migliaia di cartelli con lunghissimi testi informativi: non funziona. Lei, signor Erlacher, sostiene che la trasmissione mediale non va bene. Perché? Là, dentro la mostra, il visitatore può vedere il camoscio, lo può toccare - è con l'esperienza che vengono suscitate emozioni grazie alle quali è più efficace sensibilizzare! Non con la teoria.
Vuol dire quindi che la natura ha bisogno della messa in scena, della trasmissione mediale per sopravvivere, signor Elmauer?
Elmauer: Non la natura, ma l'uomo che ha perso la coscienza e la ragione. Chi non desidererebbe che la gente si recasse spontaneamente nella natura, prendendo con sé un cannocchiale, e si mettesse così a osservare piante e animali, traendone conclusioni utili per la protezione della natura? Lei sa che questo non è realistico. La maggior parte dei bambini crede che le mucche siano lilla a macchie bianche. Quindi, gioco forza, dobbiamo attirarli qui, proprio come gli adulti e, se necessario, proprio con edifici spettacolari. Cosa c'è di tanto sbagliato?
Signor Erlacher, il Mondo della montagna Karwendel ha vinto il premio della Convenzione delle Alpi per il turismo sostenibile e innovativo - i giurati sono stati tutti colti da un colpo di sonno?
Erlacher: Perlomeno a me non è molto chiaro su quale concetto di sostenibilità si siano basati. I costi sono saliti dalla cifra iniziale di 1.400.000 euro a 2.700.000: è evidente che non si tratta di una ponderazione sostenibile di costi e vantaggi. Per quanto riguarda la sostenibilità sociale, se aveste costruito qui in valle, sarebbe stata una cosa davvero bella. Il turista avrebbe potuto visitare la mostra nei giorni di cattivo tempo e informarsi, per soli 10 euro. Cosa fa invece adesso? Sale con la famiglia, non vede niente del panorama a causa delle nuvole e della pioggia, entra velocemente nella mostra, torna giù ed è costretto a pagare 50 euro. Magari poi ritorna su con il bel tempo, perché insomma vuol fare la sua esperienza. E siamo a 100 euro. Per me questa soluzione non è sociale, è una buffonata. Terzo: l'energia investita per piantare questo gigante da 1200 tonnellate di cemento a 2244 metri non può essere ecologicamente sostenibile.
Elmauer: La sostenibilità ecologica non si misura in altitudine, mi sembra una strana scorciatoia! Lei sa bene che abbiamo costruito come gli antichi egizi, trasportando la ghiaia con la funivia, per mescolarla su. Per quanto riguarda la sostenibilità sociale, perché 10 euro per la mostra a valle vanno bene, ma per la funivia no? È assurdo. La sostenibilità economica, poi, non si definisce attraverso l'ammontare dei costi di costruzione, bensì attraverso il senso dell'edificio. E questo è al servizio di una missione sociale e pubblica, cioè quella di salvaguardare le condizioni di vita della gente del posto e di proteggere il Karwendel. Insomma, i tre pilastri della sostenibilità sono garantiti
Il signor Erlacher preferirebbe costruire i centri informativi a valle. Che cos'ha in contrario, signor Elmauer?
Elmauer: Credo che non funzioni. Non si può dire alla gente: adesso, da bravo, prendi nota e tra due settimane, quando vai in cima, lo metti in pratica. Quando sarà il momento, due terzi li avrà già dimenticati. La didattica e l'esperienza diretta devono svolgersi in contemporanea. Per questo, non abbiamo solo la mostra, ma offriamo anche escursioni guidate, esperienze dirette con le rocce, ecc.
Erlacher: Se parla davvero sul serio, se il Mondo della montagna Karwendel vuole fare scuola, allora già vedo con orrore centri informativi di questo tipo in tutte le aree protette, sul Watzmann, sul Zugspitze… A quanto pare dobbiamo proprio far passare la gente prima in un edificio, dove possono accarezzare un camoscio, prima di lasciare le persone libere di uscire in mezzo alla natura. Lei parla tutto il tempo di fiducia, ma persegue una didattica che non ripone la benché minima fiducia nella capacità di apprendimento delle persone. Ovviamente l'uomo è in grado di apprendere una cosa in prospettiva e metterla in pratica poi in pratica in un momento successivo.
Signor Elmauer, perché ritiene di essere sulla strada giusta con il suo modello di didattica?
Elmauer: Ci sono tanti turisti che ringraziano esplicitamente per la mostra. E anche tra le persone che vivono qui percepisco un cambiamento. Mai nella Valle dell'Isar si era discusso con tanto impegno di energia. Anche la collaborazione e il dialogo con le organizzazioni ambientaliste funziona molto meglio.
Erlacher: Ieri sono stato su, per molte ore, e ho notato che la gente entrava, si guardava un attimo intorno e usciva. Perché? Perché fuori era così bello e il cannocchiale all'interno non ha attrattive. Non ci riuscite affatto a indirizzare l'attenzione sulle vostre informazioni! È un errore concettuale: di fronte al vero palcoscenico il cannocchiale fallisce, attira la gente fuori!
Elmauer: Può esserne felice! Come fa a sapere esattamente che cosa ha capito il turista e che cosa no? Dobbiamo andare a prendere la gente là dove si trova. Non possiamo sempre dire: questo non va, è sbagliato. Esca una volta per tutte dal suo cantuccio! Tutta la protezione della natura deve uscire dal suo cantuccio!
Per proteggere la natura, è proprio necessaria l'ascesi, signor Erlacher? Non ci si può anche divertire nella natura?
Erlacher: Lei non immagina quanto io mi diverta nella natura! Ma perché la natura improvvisamente deve essere messa in scena dalla valle fino alla vetta? Perché concetti pedagogici ed estetici devono essere trasmessi con artefatti? Perché vogliamo a tutti i costi vendere il paesaggio come se fosse un prodotto? Questo è il problema. Al centro non c'è più la natura, ma l'insieme Mondo della montagna Karwendel. Questo è ora il vero fatto sensazionale.
Elmauer: Signor Erlacher, a me sembra tutto molto astratto, mi faccia delle proposte concrete! Noi stiamo cercando un modo per coniugare protezione della natura e turismo. Se non ci riusciamo, gli abitanti di Mittenwald e di altri comuni non potranno più tenere qui i loro figli e avremo paesi e case abbandonate e questo non è affatto divertente.
Quali sono le sue proposte concrete, signor Erlacher?
Erlacher: Tutti i comuni cercano progetti per differenziarsi dagli altri. Cosa accadrebbe se Mittenwald con la sua mostra lassù dicesse: "Guardate qui, volevamo sensibilizzarvi sulla protezione della natura e invece ne abbiamo distrutto noi stessi un pezzo, lo abbiamo fatto con le migliori intenzioni, ma purtroppo era la strada sbagliata."? Se questo fosse fatto con intelligenza, la mostra potrebbe davvero diventare un luogo unico per la protezione della natura e riflettersi sul marchio del comune di Mittenwald.
Elmauer: mi scusi, ma è assurdo! Sarebbe come aprire un menù e leggere prima una grossa avvertenza: "Mangiare e bere può danneggiare il vostro fegato…" Signor Erlacher, abbiamo lo stesso obiettivo, cerchiamo un percorso comune che abbia un senso per tutti. Vogliamo creare un centro che porti a riflettere e a discutere. La sua assistenza e critica collaborazione sarebbe davvero
preziosa.
Moderatrice:
Elisabeth Schmidt-Landenberger,
giornalista free-lance, Freiburg/D
Pro: Kai Elmauer
Kai Elmauer, nato nel 1965, mediatore, laureato in economia forestale e perito industriale, è specializzato nel coordinamento e nella consulenza di progetti transfrontalieri e intersettoriali nell'ambito della protezione della natura. Elmauer è titolare dell'istituto "elmauer institute" (Hallbergmoos/D, Innsbruck/A, Abbotsford/CDN), è membro del consiglio di amministrazione della VAUNA e.V., un'associazione operante nel campo della protezione delle specie, della natura e dell'ambiente, è membro del comitato specialistico dell'Ufficio tecnico della Camera di Commercio del Tirolo ed esperto del Environmental Advisory Committee (comitato consultivo per l'ambiente) di Abbotsford, sua città natale. Kai Elmauer vive oggi vicino a Vancouver in Canada e viaggia soprattutto in Europa e Nord America. Per il comune di Mittenwald ha assunto la guida del progetto Mondo della montagna Karwendel.
Contro: Rudi Erlacher
Rudi Erlacher, fisico e scalatore, nato nel 1949, da 20 anni impegnato a favore di uno sviluppo compatibile con la natura delle nostre montagne. Il suo obiettivo è quello portare l'estetica della natura e del paesaggio a essere considerata come qualcosa meritevole di maggiore tutela nell'ambito della protezione della natura in generale. Nel 1998 ha organizzato la mostra "Nuove belle Alpi" in collaborazione con la Società per la ricerca ecologica (Gesellschaft für Ökologische Forschung). Dal 2003 è vice-presidente dell'Associazione per la protezione della montagna (VZSB - Verein zum Schutz der Bergwelt e.V.), fa parte del comitato federale per la protezione della natura e dell'ambiente del club alpino tedesco ed è membro del gruppo di lavoro Alpi dell'associazione per la protezione della natura (Bund Naturschutz) in Baviera. Rudi Erlacher vive e lavora a Monaco di Baviera. Per l'agenda 2008 del VZSB ha redatto una critica al "cannocchiale del Karwendel" e alla mostra Mondo della montagna Karwendel.
Didattica contro o al servizio della natura
Il 30 giugno 2008 è stato inaugurato il centro naturalistico del mondo della montagna del Karwendel. L'edificio progettato dall'Architetto Eberhard Steinert di Garmisch-Partenkirchen/D ha la forma di un gigantesco cannocchiale, lungo 34 metri, appoggiato su un sottile zoccolo di cemento posto su una cresta a 2244 metri di altezza. Il tubo di cemento rivestito di legno è chiuso sui due fronti da finestre che guardano rispettivamente sulla valle e sul nevaio del Karwendel, dove vivono le pernici bianche. La costruzione del "Mondo della montagna Karwendel" è costata 2,7 milioni di euro, quasi un milione e mezzo in più del previsto.
Secondo il committente, il comune di Mittenwald, e a detta del direttore del progetto Kai Elamuer, i flussi di visitatori attirati sul Karwendel contribuiranno a preservare questa straordinaria area protetta e anche a promuovere la salvaguardia della natura. All'interno del cannocchiale, in un'area espositiva di 200 metri quadrati è possibile informarsi sulle specie vegetali e animali delle Alpi e prenotare escursioni con esperti.
A marzo 2009, la Conferenza delle Alpi ha conferito al Mondo della montagna Karwendel un premio per il turismo sostenibile e innovabile. Tuttavia il "tubo sul precipizio" è un'opera che continuerà a far discutere. Durante la celebrazione gli oppositori hanno inscenato diverse forme di protesta, vedi foto.
www.bergwelt-karwendel.de