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Un cerottino per i ghiacciai

29/11/2006 / CIPRA Internationale Alpenschutzkommission
La calda estate del 2003 ha fatto traboccare il vaso degli afflussi provenienti dallo scioglimento delle nevi, spingendo gli Austriaci in cima ai ghiacciai. Il personale di un gruppo di lavoro tirolese ha coperto per la prima volta circa il 10 % delle piste con una pellicola sintetica, per preservare uno strato ghiacciato dello spessore di 1,5 m.
Red. Questa tecnica di copertura ha trovato impiego anche in Svizzera. Il personale dell'Arena Bianca dei Grigioni ha ricoperto, durante i mesi estivi, un pendio particolarmente ripido, in corrispondenza della discesa dell'impianto del ghiacciaio e un intero halfpipe, utilizzando un materiale di copertura tessile della ditta Landolt AG.
Anche altre regioni turistiche delle Alpi cercano di preservare la neve e i ghiacciai residui per i turisti. Le pellicole vengono addirittura utilizzate come supporti pubblicitari.
Per la copertura dei ghiacciai si utilizzano per lo più materiali tessili. Mentre le pellicole sintetiche non consentono la respirazione, il tessuto di lana bistrato è traspirabile e permeabile all'acqua. Protegge dall'irraggiamento termico e dai raggi UV, contrastando la fusione della neve e dei ghiacciai. I teli pesano 320 grammi al metro quadrato. Vengono forniti nel formato 5 m per 150 m e successivamente saldati fino a coprire una superficie che può arrivare ai 100'000 m2.
Dal punto di vista delle organizzazioni ambientalistiche, non si tratta comunque di una soluzione. Questa "politica del cerottino" non consente di venire a capo del problema dello scioglimento dei ghiacciai. Rimangono aperti troppi interrogativi privi di risposta: che ne è della licenza edilizia, nelle aree montane molto accessibili, ma anche in quelle meno sfruttate? In che misura si viene ad incidere sul paesaggio? Cosa succede alla flora e alla fauna del ghiacciaio sotto la copertura? Che ne è dei materiali di copertura, se vengono lasciati sul ghiacciaio? E per quanto tempo i gestori degli impianti di risalita potranno ancora nascondere sotto le pellicole il cambiamento climatico?