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Comunicato stampa

Milano-Cortina 2026: sostenibile solo sulla carta

08/02/2023
La strategia è buona, l’attuazione insufficiente: le Olimpiadi invernali del 2026 rischiano di diventare ancora una volta un fiasco finanziario ed ecologico, come osserva la CIPRA.
Fosche prospettive per i Giochi olimpici invernali del 2026: Cortina preferisce nuove piste e strade nonostante altre opzioni praticabili. © Luigi Galiazzo
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Fosche prospettive per i Giochi olimpici invernali del 2026: Cortina preferisce nuove piste e strade nonostante altre opzioni praticabili. © Luigi Galiazzo

Milano-Cortina 2026 avrebbe dovuto essere la prima Olimpiade invernale realmente improntata alla sostenibilità. In effetti, la strategia di sostenibilità del CIO contiene molti validi approcci: l’utilizzo di impianti sportivi esistenti o rimovibili, l’organizzazione di gare anche al di fuori della città e del Paese ospitante e la salvaguardia delle aree protette.

I preparativi per le Olimpiadi invernali del 2026 procedono tuttavia con modalità diverse: la valutazione ambientale strategica (VAS) completa per tutte le opere connesse ai Giochi, prevista dalla candidatura e dalle direttive europee, ripetutamente richiesta dalle organizzazioni ambientaliste, non è stata effettuata. “Con l’eccezione della rinuncia alla costruzione di un nuovo impianto per il pattinaggio di velocità, tutte le altre opportunità per dare a Milano-Cortina 2026 almeno una parvenza di sostenibilità sono sfumate”, denunciano Serena Arduino e Bianca Elzenbaumer, presidenti della CIPRA International.

La decisione di costruire una nuova pista da bob a Cortina è stata presa nonostante il CIO avesse assicurato alle ONG italiane che sarebbe stato predisposto un piano di utilizzo concreto e sostenibile. Questo piano non è ancora disponibile, mentre il costo della pista, inizialmente stimato in 60 milioni di euro, è attualmente arrivato a 80 milioni e potrebbe superare i 100 milioni di euro. L’alternativa decisamente più ragionevole ed economica, rappresentata dalla vicina pista di bob di Innsbruck-Igls/A, non è mai stata presa seriamente in considerazione. “La pista di Cortina, come quella dei Giochi invernali di Torino 2006, sarà utilizzata solo per pochi giorni e poi abbandonata. Non si è imparato nulla dall’eredità negativa di Torino 2006”, affermano Arduino ed Elzenbaumer.

La CIPRA critica anche la palese mancanza di informazioni e di trasparenza nella progettazione e nella costruzione delle infrastrutture. I progetti di costruzione previsti non rispettano né la Convenzione di Aahrus né la Convenzione delle Alpi e i suoi protocolli, il trattato internazionale vincolante che impegna gli Stati alpini alla protezione e allo sviluppo sostenibile delle Alpi.

Per questo motivo, la CIPRA esprime la sua grande preoccupazione per i Giochi olimpici invernali del 2026: “Chiediamo un immediato riorientamento ad una reale sostenibilità. [...] In particolare, insistiamo affinché il CIO garantisca che venga effettuata una valutazione di impatto ambientale rigorosa e completa prima che qualsiasi decisione sia considerata definitiva. Chiediamo l’abbandono del progetto di una nuova pista da bob, il coinvolgimento effettivo della società civile e che il dossier di candidatura sia vincolante”.

CIPRA ha aderito e sostiene la Staffetta delle Alpi per le Olimpiadi invernali trasparenti, rispettose e responsabili indetta dall’associazione “Libera contro le Mafie”.


Per informazioni rivolgersi a:

Serena Arduino, Co-Presidente CIPRA Internazionale, [email protected] (it)
Vanda Bonardo, Presidente CIPRA Italia, (it)
Bianca Elzenbaumer, Co-Presidente CIPRA Internazionale, [email protected] (de, it)

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