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Il Parco Nazionale del Gran Paradiso

Anno di pubblicazione2007
Autore(i)Franco Pedrotti
Luogo di pubblicazioneTrento
ISBN/ISSN8885114180
Numero di pagine587
Pagina(e)587
A Franco Pedrotti va senz’altro riconosciuto il grande merito di contribuire come pochi a evitare che pezzi importantissimi della storia non soltanto dei parchi ma di una vicenda culturale e politica di più ampia portata e significato vadano dispersi. E’ lui stesso nella presentazione di questo corposo volume di quasi 600 pagine a ricordare la grande preoccupazione di Giorgio Nebbia ‘che la storia dell’ambientalismo in Italia corre il rischio di passare senza lasciare traccia’. Pedrotti -e non solo con questo bel volume- da tempo sta facendo bene la sua parte per scongiurare questo rischio. E lo fa con un personaggio per molti versi ‘mitico’ che ha lasciato una impronta inconfondibile su un parco storico divenuto a sua volta un vero e proprio simbolo di parco con il suo stambecco nell’immaginario popolare.
Questo -come altri volumi di questa serie dell’Università di Camerino- ha il pregio e il merito di far toccare con mano -anche ai più sprovveduti sulle vicende dei nostri parchi- quante storie, vicende, passioni, ’sfrontatezza’, coraggio essi abbiano richiesto tanto più nell’immediato dopoguerra quando ben altre erano le preoccupazioni e i drammi della ricostruzione. Viene da chiedersi leggendo cosa scrive in queste sue lettere Videsott se un giurista come Biagi lo si è potuto considerare un ‘rompiscatole’, come potrebbe definirsi questo direttore che non dà tregua a nessuno neanche all’estero per riuscire magari a pagare gli stipendi dei pochi guardiaparco che debbono fare in conti con una bracconaggio storico ben duro a morire, ma anche con una indifferenza delle istituzioni che la dice lunga sul nostro paese. Se si scorrono anche solo una parte dei nomi dei politici, degli uomini di cultura, dei giornalisti coinvolti in questa fitta corrispondenza e trama di relazioni si coglie con grande nettezza come già allora, se da un lato il protagonista principale era un ‘tecnico’ del tutto speciale esso doveva comunque fare i conti con il mondo delle istituzioni, della comunicazione. Potremmo dire in un certo senso che data da allora quella ‘commistione’ che sarebbe stata sanzionate con la legge nazionale sui parchi e il loro passaggio ad una gestione istituzionale non clandestina o affidata esclusivamente alla tenacia e intelligenza di un uomo come Videsott. Anzi penso che quel che emerge dal recente libro di interviste di Giulio Ielardi ‘Uomini e lupi’ ( Edizioni ETS) confermi significativamente questo percorso che ha visto personalità di diversa cultura, provenienza e ruoli ‘incontrarsi’ in una esperienza divenuta comune e non sempre neppure meno controversa.