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Turismo – un passo oltre gli skilift

11/03/2020 / alpMedia
Inverni sempre più miti costringono le stazioni sciistiche a investire in costosi impianti di innevamento e di risalita – una spirale all’interno della quale molti non sono più in grado di tenere il passo. Alcune località delle Alpi hanno già trovato alternative allo sci.
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Un tour con gli sci al posto del trambusto delle piste sul Dobratsch/A: dove una volta c’erano le piste da sci, ora c’è un parco naturale. © Michael Gams, CIPRA International

In Italia, secondo un recente rapporto dell'organizzazione ambientalista Legambiente, 132 impianti sciistici sono già stati dismessi e 113 sono temporaneamente chiusi. L'associazione slovena degli impianti di risalita ha perso la metà dei suoi membri nel giro di un decennio, e dopo due inverni miti di fila, molte stazioni sciistiche si trovano ad affrontare la chiusura.

Dobratsch, una montagna di2166 metri alle porte della città alpina di Villach/A, mostra quali prospettive si potrebbero aprire. Gli impianti di risalita sono stati smantellati più di 15 anni fa ed è stato istituito un parco naturale. Gruppi di scialpinisti risalgono la vecchia pista, i guardaparco offrono escursioni invernali guidate, le famiglie si incontrano per discese con lo slittino, gli appassionati di sci di fondo percorrono le piste dedicate a questa attività. Anche a Gaissau-Hintersee, vicino a Salisburgo, gli impianti di risalita sono fermi da due anni perché l’investimento promesso da un investitore cinese non è mai arrivato. Qui si sta realizzando un paradiso per lo sci alpinismo, con percorsi segnalati e rifugi aperti, come avvenuto sul Sattelberg in Tirolo, dove nel 2006 sono stati smantellati gli ultimi impianti di risalita. 

Non solo sport invernali

Nel 2012 il comune alpino francese di Le Biot ha deciso di smantellare i suoi impianti di risalita al Col du Corbier. Da quel momento la zona si è trasformata in una destinazione aperta tutto l’anno che offre sci alpinismo, slittino e sci di fondo, ma anche trail running, nordic walking e mountain bike. Il supporto per il marketing e il noleggio di attrezzature è offerto da un produttore di articoli sportivi che vuole affermarsi al di fuori dello sci. Anche in Svizzera, la stazione sciistica sullo Stockton ha dovuto chiudere 14 anni fa. La causa principale è riconducibile al cambiamento climatico, inoltre i necessari interventi di adeguamento degli impianti sarebbero stati troppo costosi e la gestione era in perdita. La cabinovia è ora di nuovo in funzione ed è in attivo, perché lo Stockhorn ha recentemente iniziato a promuoversi come montagna senza barriere architettoniche con sentieri accessibili ai disabili. “Precursori come questi hanno riconosciuto il segno dei tempi”, sostiene Christian Baumgarter, docente di Turismo e tempo libero presso la Scuola universitaria professionale dei Grigioni e vicepresidente della CIPRA International. “In futuro saranno avvantaggiati anche economicamente, perché operano sul mercato con un chiaro posizionamento”. Altri dovranno seguirne l’esempio, afferma Baumgartner. Una tendenza che attualmente viene seguita anche al Riedberger Horn in Germania: anziché un altro comprensorio sciistico, nella località bavarese sta sorgendo un centro per il turismo sostenibile.

 

Fonti ed ulteriori informazioni:

www.legambiente.it/nevediversa, www.liberation.fr/voyages/2019/11/15/les-stations-de-ski-font-le-pari-du-grand-saut_1763635 (fr), www.tt.com/artikel/30714159/alpenverein-fordert-umdenken-starke-stimme-gegen-groessere-skigebiete (de), https://weserreport.de/2019/02/events/reise/schneewandern-am-sanften-dobratsch/ (de), www.theguardian.com/environment/2019/dec/09/seduced-abandoned-tourism-and-climate-change-the-alps (en), https://salzburg.orf.at/stories/3015397/ (de), www.augsburger-allgemeine.de/bayern/Erlebniszentrum-am-Riedberger-Horn-Jetzt-geht-es-los-id56670351.html (de), www.tirol.at/lovetirol/sattelbergalm (de), www.naturparkdobratsch.at (de)