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Sognare le Alpi e cantare lo jodler
Gli aborigeni australiani sognano paesaggi, li percepiscono attraverso storie e canzoni. La società occidentale ed europea in particolare percepisce il paesaggio soprattutto a livello visivo. Il nostro accesso visivo al paesaggio può avere le sue origini nella pittura paesaggistica del XVIII secolo, mentre oggi è consolidato dal pensiero scientifico e dalla digitalizzazione. E’ una caratteristica della nostra società quella di voler documentare, comparare, misurare e valutare tutto. E questo è più semplice con una foto o una cartina che non con rumori, odori o sentimenti.
Il paesaggio però non è uno status rilevabile oggettivamente, bensì una costruzione sociale e culturale. Esso ha sempre il significato attribuito da noi. Se riduciamo la nostra percezione e il significato del paesaggio a ciò che vediamo con i nostri occhi, si riducono anche le nostre possibilità di comprendere e di usare i paesaggi.
Sentire la natura con tutti sensi
L’urbanizzazione, la fuga dalle campagne e il cambiamento climatico cambiano il paesaggio alpino. I centri urbani crescono, mentre il calo dell’agricoltura di montagna fa sì che alpeggi creati nei secoli si trasformino in arbusteti. Analogamente alle tradizioni, agli usi e costumi, i paesaggi alpini stanno ritornando nelle coscienze della gente proprio perché considerati minacciati e quindi degni di essere protetti. La nostra sensibilità crescente per il valore del paesaggio alpino è aumentata ulteriormente dall’idea fondata culturalmente che, laddove c'è paesaggio, c'è anche la natura. Circondati da paesaggi virtuali nei film, in internet, nella pubblicità, l’esperienza sensoriale del paesaggio e della natura riacquisisce la sua importanza. Sono sempre più coloro che hanno l’esigenza di essere parte di un paesaggio, di muoversi in esso, di sentirlo, ascoltarlo, respirarlo, conquistarlo passeggiando o addirittura gustarlo, ad esempio attraverso il consumo di prodotti regionali o con i Bagni forestali in Tirolo, nell’Austria.
Con la comunicazione paesaggistica è nato e cresciuto un metodo che dovrebbe contribuire a comprendere il paesaggio e il nostro rapporto con esso. In questo contesto la percezione visiva assume spesso consapevolmente un ruolo subordinato. L’attenzione è piuttosto rivolta alle forme di percezione che nella nostra società sono considerate perse o dimenticate. Le persone vengono invitate a leggere il paesaggio come un libro. Una passeggiata paesaggistica risveglia nuove sensazioni e impressioni e anche la musica rende esperibile il paesaggio. Perché cantando uno jodler non solo si fa musica nel paesaggio, ma anche con il paesaggio.
Fonte e ulteriori informazioni: www.cipra.org/alpinscena