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Se le donne se ne vanno, il paese muore

06/10/2015
Le giovani donne riempiono di vita la comunità locale. Ma le regioni periferiche non offrono loro prospettive di sviluppo. Quindi emigrano. E proprio per questo viene loro dedicata sempre più attenzione nell'ambito dello sviluppo regionale.
Image caption:
Che prospettive hanno le donne nelle regioni periferiche? Vista di San Romerio in Valposchiavo/CH. (c) Christoph Pünschner / Zeitenspiegel

Quali sono le conseguenze dei cambiamenti strutturali a livello economico e demografico nelle regioni periferiche delle Alpi? Questa domanda è ormai diventata parte integrante delle riflessioni a livello di sviluppo comunale e regionale. Sono soprattutto le giovani donne ad essere al centro dell'attenzione: da sempre svolgono funzioni volte a conservare le strutture, ad esempio assistendo le persone anziane o crescendo i bambini.
Numerose sono le donne che lavorano fuori casa, spesso costrette a fare le pendolari e a percorrere lunghe distanze; perciò manca loro il tempo per svolgere queste funzioni importanti per la comunità e per la vitalità sociale ed economica. Ma le sfide sono anche altre: spesso nella scelta della professione le donne non si orientano all'offerta regionale di posti di lavoro, e sono per questo costrette ad emigrare. Tutto ciò genera profondi cambiamenti strutturali nella composizione demografica dei Comuni di origine. È stata riconosciuta l'importanza delle donne, in particolare di quelle giovani, per lo sviluppo a livello comunale e regionale. Ma continua ad essere incerta la modalità di coinvolgerle nel processo di sviluppo, tenendo conto delle loro esigenze. 

Capire gli ambiti di vita

Prima di mettere in campo i potenziali delle donne occorre capire gli ambiti di vita e le realtà delle giovani «portatrici di speranza». La scelta del domicilio è determinata dall'approccio alla vita e dal disegno per il futuro, naturalmente da motivi privati, e da fattori materiali connessi alla localizzazione. Un posto di lavoro idoneo raggiungibile in maniera ragionevole e la possibilità di trovare un'abitazione di qualità e a prezzi convenienti, sono solo due dei requisiti fondamentali. A seconda della situazione di vita, anche una buona offerta di strutture per l'infanzia risulta decisiva. I fattori immateriali di localizzazione, come l'atmosfera e la coesione sociale nel Comune d'elezione oppure pregi naturali e paesaggistici contribuiscono ugualmente a determinare la scelta di rimanere. A seconda dell'importanza attribuita ai fattori immateriali, la tolleranza nei confronti dei deficit infrastrutturali varia.
Talvolta le donne scelgono anche consapevolmente un impiego in una classica professione femminile, fra cui il settore del turismo, quello della ristorazione, il commercio e l'agricoltura, dove permane comunque una certa domanda sul mercato del lavoro regionale, oppure optano per il part time. Questo permette loro di conciliare meglio l'organizzazione quotidiana del lavoro in famiglia e del lavoro retribuito, che comunque è molto dispendioso in termini di tempo e di risorse. Spesso le donne trovano lavoro anche nel settore dell'assistenza e della cura, il cui peso è in costante crescita.
Soprattutto le giovani donne sono così diventate un gruppo eterogeneo di persone con esigenze decisamente variabili. Le loro diverse biografie a livello di formazione, di lavoro retribuito e di migrazione rappresentano una sfida notevole soprattutto per i Comuni rurali periferici con strutture deboli, pochi abitanti e margini finanziari ridotti.

Sfruttare i potenziali – ma come?

La valorizzazione dei potenziali delle donne nelle regioni periferiche alpine richiede un confronto critico a tutti i livelli politici settoriali. Occorre chiedersi dove – aldilà dei classici settori occupazionali – si prospettano nuove opportunità di lavoro retribuito e di quale supporto c'è bisogno perché queste si possano affermare. Perché a livello locale e regionale vi sia la possibilità di formulare obiettivi e strategie, è indispensabile la solidarietà intra- e intergenerazionale delle donne (e degli uomini). A seconda della situazione questa va costruita o rafforzata.
Se i responsabili politici osservano ed analizzano la periferia rurale «con occhi giovani» contribuiscono alla sensibilizzazione sulle situazioni di vita impegnative delle (giovani) donne nelle zone periferiche delle Alpi. Basandosi su questo, con un approccio cooperativo si tratterebbe di esaminare le opportunità e i limiti della gestione politica a livello regionale (ridotto). Lo sviluppo di strategie di politica territoriale capace di futuro richiede conoscenze empiriche affidabili su quelli che sono gli ingredienti di una «buona vita in campagna» e la definizione di margini di manovra sul dove e come realizzare disegni di vita anche nelle aree periferiche. Forse è questo il modo per sciogliere la perplessità e la goffaggine della politica e per contribuire a toglier alle proposte di sviluppo il loro carattere di operazione di facciata.

Tatjana Fischer
Università di ingegneria agraria, Vienna/A

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Che identità desiderano le donne?

Un programma di formazione puntava ad aiutare le donne della Val d’Anniviers, in Svizzera, a fondare e gestire microimprese e in tal modo a rafforzare la loro posizione economica. Ma l’iniziativa non ha avuto successo: il programma non ha partorito nemmeno un’impresa professionale e redditizia. In un suo articolo nella «Revue de géographie alpine» Thierry Amrein, antropologo sociale dell’Università di Friburgo, indica la ragione del fallimento. I promotori del parcoursArianna – è questo il nome del programma – avevano erroneamente ipotizzato che l’obiettivo prioritario delle donne fosse l’emancipazione professionale. Le donne della Val d’Anniviers, invece, desiderano prevalentemente qualcos’altro, e cioè un maggiore riconoscimento della loro attività ed identità principale di casalinghe e madri. Alcune delle donne auspicherebbero un lavoro regolarmente retribuito; ma per loro è difficile – e non è affatto sorprendente – conciliare dal punto di vista organizzativo il lavoro domestico, la vita familiare e il lavoro retribuito, perché i loro uomini hanno un occupazione a tempo pieno. parcoursArianna ha potuto vantare comunque un successo: le donne hanno trovato il tempo e lo spazio per uno sviluppo personale e per acquisire una maggiore consapevolezza dei propri desideri.

http://rga.revues.org/1974 (fr/en)
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