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Punto di vista: Portiamolo alla luce (il suolo)!
La legge UE sul ripristino della natura è stata approvata nel giugno 2024, di stretta misura, ma non per questo meno importante. Tra le altre cose, stabilisce che gli Stati membri devono preservare le aree verdi e gli alberi che elargiscono ombra e refrigerio, soprattutto nelle città. Ciò significa che le aree verdi nelle aree urbane non possono più essere intaccate, poiché i terreni non edificati svolgono un ruolo chiave nell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Questo non sarà tuttavia sufficiente, perché abbiamo bisogno, soprattutto nelle aree urbane, di più verde, più alberi, più suolo aperto, che respiri e che trattenga l’acqua. Sia l’aumento del calore che le forti precipitazioni ne sono un segno diretto. Tuttavia, la nostra consapevolezza e la volontà politica di farlo sono, come il suolo, in balia dell’erosione. Letterale in un caso, di consenso nell’altro. Per quale motivo?
Considerazioni economiche sono un ostacolo per una maggiore diversità naturale e aree aperte e non edificate nelle aree abitate. Le nostre decisioni sono determinate dal rapporto costi-benefici, che considera l’ambiente naturale come una risorsa. Troppo spesso questioni come la manutenzione, la cura, la pulizia e l’efficienza sono considerate prioritarie. Le superfici impermeabilizzate significano parcheggi, clienti, facile manutenzione e poche esigenze, ma anche: nessuna vita all’interno o all’esterno del suolo.
Non facciamo un favore a noi stessi, perché un suolo sano, oltre a fornirci cibo, è il più grande serbatoio di carbonio terrestre, ospita più creature viventi in una manciata, che tutti gli esseri umani presenti sulla Terra – il nostro pianeta, il cui nome contiene già la parola “suolo”. Ma la vita del suolo, spesso invisibile a occhio nudo, e la “naturale ovvietà” con cui svolge il suo lavoro, ci inducono a ignorarla e a trascurarla.
Non dobbiamo mantenere lo status quo, ma romperlo e renderlo permeabile. Solo così è possibile restituire aria e acqua al terreno compattato e cementificato, restituendogli la sua vitalità. Anche la nostra vita dipende da questo.
Si cercano progetti di deimpermeabilizzazione nella regione alpina: nel giugno 2024 la CIPRA Internazionale ha lanciato un concorso panalpino rivolto a comuni, iniziative della società civile, istituti di ricerca e imprese. Per partecipare, consultare il sito: www.cipra.org/it/ground-breaker