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La montagna come terapia
Nei secoli scorsi la frequentazione di particolari siti di montagna era stata considerata in qualche modo terapeutica: si pensi, ad esempio, alle località termali site ad altitudine più o meno elevata come Leukerbad oppure ai soggiorni elioterapici di Davos per i malati di tubercolosi come raccontato da Thomas Mann ne La montagna incantata. In Italia, fino al 2022 esisteva l’Istituto Pio XII sul lago di Misurina, una clinica per la diagnosi, il trattamento e la riabilitazione dell’asma nei bambini.
Riabilitazione in un ambiente sicuro
Dagli anni 80 del novecento invece si sta affermando un’attività di tutt’altro genere e denominata con il termine di MontagnaTerapia: questa parola potrebbe suggerire una qualche affinità con altre forme di «terapia» non convenzionali come ad esempio arte-terapia, ippo-terapia o musica-terapia. La montagnaterapia è una forma di riabilitazione bio-psico-sociale di soggetti affetti da svariate problematiche fisiche, psichiche, sociali: essa si svolge nell’ambiente della montagna all’interno di gruppi costituiti da accompagnatori volontari (spesso del Club Alpino Italiano) e da accompagnatori professionali (educatori, sanitari, etc), a volte anche familiari ed amici. La dimensione di gruppo è volta a sviluppare l’inclusione in una comunità non competitiva e non giudicante: un ambiente sociale non artefatto, ma sicuramente e volutamente accogliente.
Il paesaggio alpino ha un effetto calmante
L’ambiente montano, nell’ambito della montagnaterapia, ha un ruolo nella gestione del ritorno alla percezione di stimoli corporei sensoriali rimossi o oscurati dalla patologia dominante: la sensazione del calore del sole sulla pelle, la visione di lontani orizzonti e di panorami armonici, la percezione di brezze sulla pelle e di suoni generati dal vento, lo scroscio dell’acqua di un torrente, il profumo di fiori e resine, il gusto di frutti del bosco sono esempi di elementi scomparsi dal quotidiano di molti di noi e di quasi tutte le persone che accompagniamo. L’architettura del paesaggio, poi, per quanto oggetto di rimaneggiamento antropico, presenta solitamente caratteri più rassicuranti di quelli di un contesto urbanizzato. L’insieme delle sensazioni (fatica compresa) generate dalla frequentazione dell’ambiente naturale unito agli stimoli relazionali emergenti dalla condivisione in gruppo delle esperienze consente di considerare la montagna come un ottimo setting per l’inclusione di persone con disabilità.
Il medico di montagna
Marco Battain è esperto di montagnaterapia presso il Club Alpino Italiano. Nato e cresciuto a Torino, il medico chirurgo e specialista in igiene e medicina preventiva ha sempre amato andare in montagna. Dal 2009 lavora come accompagnatore e medico di montagna.