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Coni di ghiaccio e innevamento a fune

16/03/2021 / alpMedia
Coni di ghiaccio artificiale e innevamento a fune: i glaciologi svizzeri intendono salvare il ghiaccio del ghiacciaio come riserva d’acqua e rendere le stazioni sciistiche più ecologiche. Un’idea dall’Himalaya indiano.
Image caption:
Felix Keller (a sinistra) e Conradin Clavuot in uno stupa di ghiaccio ai piedi del ghiacciaio Morteratsch. (c) Mayk Wendt

Scarsità d’acqua a causa della contrazione dei ghiacciai: questo scenario climatico è già una realtà nel Ladakh, in India. In questa regione le precipitazioni sono appena un decimo rispetto alle Alpi, perciò gli agricoltori dipendono dall’acqua di fusione dei ghiacciai. Nel 2014 l’ingegnere indiano Sonam Wangchuck ha avuto un’idea su come conservare il ghiaccio senza consumare energia: ricorrendo ai coni di ghiaccio. Per fare questo, ha incanalato un corso d’acqua di fusione, l’acqua viene poi convogliata in un tubo verticale con un ugello alla sommità, la gravità spinge l’acqua attraverso l’ugello e produce un getto nebulizzato che si congela creando strutture di ghiaccio a forma di cono. Alcuni di questi cosiddetti “stupa di ghiaccio” sono alti come campanili. L’architetto svizzero Conradin Clavuot considera questo sistema “rivoluzionario”. Ha visitato gli “stupa di ghiaccio” indiani con gli studenti dell’Università del Liechtenstein, li ha ricostruiti in Svizzera e ora li sta perfezionando in collaborazione con i colleghi dell’Università del Ladakh.

Condutture sospese mediante cavi per innevare il ghiacciaio

Oltre agli stupa di ghiaccio presentati nel febbraio 2021, ai piedi del ghiacciaio Morteratsch/CH è installato il prototipo di un impianto d’innevamento su fune, che rientra nel progetto MortAlive guidato dal glaciologo svizzero Felix Keller. Il tubo di alluminio, sospeso ad una rete di cavi, è dotato di ugelli e funziona in modo analogo agli stupa di ghiaccio; ma qui Keller intende servirsene per ricoprire di neve una vasta area del ghiacciaio, in modo da conservare maggiori quantità ghiaccio. “Finché c’è neve sul ghiacciaio, il ghiaccio è protetto”, spiega Keller, “perché la neve riflette la radiazione solare in arrivo e isola dalle calde temperature estive”. Se l’impianto di prova avrà successo, a breve un cavo lungo 600 metri potrebbe essere installato direttamente sopra il ghiacciaio. Non si può certo negare che sarebbe un intervento con un impatto sull’ambiente naturale. “Ma le persone che vivono nella zona avrebbero acqua a disposizione più a lungo. Si tratta inoltre di preservare gli sport invernali, perché la popolazione qui vive anche di turismo”. L’innevamento del ghiacciaio per un periodo di 30 anni avrebbe un costo di circa 100 milioni di franchi. Sebben questa soluzione costosa potrebbe ritardare il ritiro dei ghiacciai di qualche anno, non sarebbe certamente in grado di fermarlo, ammette lo stesso Keller.

 

Fonti e ulteriori informazioni: 

Selbstgemachte Gletscher: Die Eiskegel von Indien (National Geographic, de), "Ich will das nicht schönreden" (Süddeutsche, de), „Schnei-Seil“ soll Gletscherschwund aufhalten (ORF, de), MortAlive (de, en), Stupa di ghiaccio (Wikipedia)