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Api selvatiche: fuori dalla portata dei riflettori

18/04/2018 / alpMedia
Nelle Alpi ci sono circa 700 specie di api (imenotteri apoidei). Solo una di esse produce miele in quantità tali da essere sfruttato. Che cosa fanno le altre? Perché quasi nessuno sa che le api selvatiche garantiscono la molteplicità nella natura e sulle nostre tavole.
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Selvatica o mellifera? Un’ape selvatica appartenente al genere Andrena al lavoro.

La varietà di api selvatiche è tanto ampia quanto quella delle piante che esse provvedono a impollinare. Alcune sono piccole come la capocchia di uno spillo, altre grandi come una nocciolina. Alcune nidificano nel suolo o in pareti di roccia, altre in gusci di chiocciole abbandonati. La maggior parte di esse conduce una vita solitaria, solo alcune si incontrano per nidificare. Un elemento è comune a tutte loro: forniscono un contributo essenziale per l’impollinazione delle piante nei prati e nei nostri campi, nei giardini e nei boschi.

La domanda se siano più importanti le api mellifere o quelle selvatiche non si pone: esse si integrano e completano a vicenda. La molteplicità delle piante si basa sulla molteplicità degli impollinatori e viceversa. Ad esempio ci sono specie di api selvatiche specializzate su determinati fiori, che non vengono per nulla o poco visitati dalle api mellifere. Le ricerche hanno dimostrato che le api selvatiche trasportano quantità di polline inferiori, ma risultano impollinatori più efficienti delle api domestiche. La loro azione congiunta tuttavia dà un risultato migliore nell’impollinazione rispetto alle sole api mellifere.

Messe in ombra dalle api mellifere

Oggi la maggior parte delle persone è appena in grado di distinguere un’ape mellifera da un bombo grassoccio e peloso o dalle vespe che disturbano il nostro pranzo all’aperto. Manca quasi totalmente la consapevolezza della ricchezza e della varietà delle api selvatiche. Il termine “ape” ci fa pensare di norma esclusivamente alle api mellifere. Conseguentemente quando parliamo di “moria delle api”, intendiamo di solito la mortalità che colpisce gli alveari. Rimane praticamente ignorato il fatto che nelle Alpi è minacciata la sopravvivenza di decine di specie di api selvatiche.

Su iniziativa della Slovenia le Nazioni Unite hanno dichiarato il 20 maggio di quest’anno prima Giornata mondiale delle api. Essa si propone di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza delle api e degli altri insetti impollinatori e di incoraggiare su scala globale azioni per la loro protezione. Intanto sul sito Internet ufficiale della Giornata mondiale delle alpi manca ogni riferimento alle api selvatiche. Per celebrare l’avvenimento la Slovenia emetterà una moneta commemorativa da due euro, sulla quale sono rappresentati dei favi. Tutta l’attenzione è concentrata sull’ape mellifera. Secondo l’ecologo Dominik Ganser dell’Università di Berna, l’ape mellifera è così conosciuta perché viene collegata ai benefici diretti che ne derivano, cioè i diversi prodotti messi a disposizione dalle api, in primis il miele. «Mentre la prestazione di impollinazione svolta dalle api selvatiche è in realtà di gran lunga superiore all’utilità rappresentata dal miele», afferma Ganser.

Stimolare una presa di coscienza

Una protezione delle api sostenibile e globale richiede la consapevolezza e la conoscenza delle api in tutta la loro complessità e varietà. Con il progetto «BeeAware! – comuni alpini per la protezione delle api» la CIPRA intende sensibilizzare donne e uomini in tutti gli Stati alpini per l’importanza delle api selvatiche e mellifere e si impegna a promuovere misure concrete per la loro protezione.


Fonti e ulteriori informazioni:

www.wildbienen.de/wbarten.htm (de), www.abeillessauvages.com (fr), www.apiselvatiche.it, www.3sat.de/page/?source=/nano/natwiss/170441/index.html (de), www.spektrum.de/news/wildbienen-leisten-wertvolle-arbeit/1299348 (de), https://www.moderne-landwirtschaft.de/wildbienen-sind-zur-erhaltung-der-artenvielfalt-unverzichtbar (de), www.worldbeeday.org/en (en, sl), www.cipra.org/it/beeaware 

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