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Punto di vista: Seconde case - la soluzione non è in vista

15/04/2014 / alpMedia
Con il loro Sì all'iniziativa popolare "Basta con la costruzione sfrenata di seconde case" gli elettori svizzeri nel 2012 pretendevano una nuova politica del turismo. Dominik Siegrist, presidente della CIPRA Internazionale, nutre seri dubbi sul reale recepimento della volontà popolare.
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Dominik Siegrist è il presidente della CIPRA Internazionale. © RainerKwiotek / Zeitenspiegel
Di recente il Consiglio federale elvetico ha presentato una legge con la quale intende attuare l'iniziativa sulle seconde case accettata nel 2012. Due anni fa gli svizzeri avevano infatti detto sì all'iniziativa popolare "Basta con la costruzione sfrenata di seconde case". Da allora è vietato edificare seconde case nei comuni in cui la loro percentuale è superiore al 20%. Legambiente aveva perfino assegnato il premio "Bandiera verde" ai promotori dell'iniziativa.
Peccato che nella "più antica democrazia" - come ama definirsi la Svizzera - la volontà popolare conti meno di quanto comunemente si creda. Gli esiti di un'iniziativa popolare sono una faccia della medaglia, l'altra è la loro attuazione nella politica concreta. Il Governo, nonostante il chiaro mandato del popolo sovrano, ha così attuato l'iniziativa sulle seconde case lasciando aperte numerose scappatoie. Le prime case e i vecchi alberghi non più redditizi possono essere convertiti in seconde case anche in futuro, le false residenze sono ancora possibili. Nel dibattito sulla distruzione dei paesaggi alpini dovuta alle seconde case, si è così aperta una nuova sessione - ed è probabile che sfoci in un'ulteriore consultazione referendaria.
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