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Scontro sul protocollo trasporti

29/01/2014 / alpMedia
Lo scorso anno l'Italia ha ratificato il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi - e con una dichiarazione a margine ha messo in discussione il nucleo dell'accordo. Germania e Austria giocheranno ora la carta della diplomazia. Ma il tempo scorre.
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Si avvicina la scadenza per presentare obiezioni contro la dichiarazione aggiuntiva presentata dall'Italia in occasione della ratifica del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. © wilhei55/flickr
Nel febbraio 2013, dopo una discussione durata decenni, il Governo italiano ha ratificato il Protocollo Trasporti, apponendovi una dichiarazione aggiuntiva. Con essa l'Italia si riserva il diritto di continuare a realizzare progetti stradali di grande comunicazione che servano allo "sviluppo della circolazione delle merci con i paesi situati a nord dell'arco alpino". Ciò renderebbe possibile la prosecuzione dell'autostrada Alemagna da Belluno in direzione di Dobbiaco."Questa dichiarazione mina pesantemente l'essenza stessa del Protocollo Trasporti", sostiene Peter Haßlacher di CIPRA Austria. A questa stessa conclusione giunge anche il servizio legale sulla Convenzione delle Alpi che opera presso la CIPRA Austria. Nella sua valutazione dal punto di vista del diritto internazionale, il servizio legale giunge alla conclusione che la dichiarazione aggiuntiva dell'Italia si configura come una riserva. Se gli Stati alpini non prendono posizione entro il 6 febbraio 2014, il divieto di costruire nuove strade di grande comunicazione sancito dal Protocollo non sarà valido né per l'Italia né per i tratti tra Italia e Austria.
Dal novembre 2013 si sono intensificate le iniziative da parte della diplomazia austriaca e tedesca nonché della CIPRA Austria, volte a convincere Roma che non rinunciare questa riserva significherebbe indebolire drasticamente gli obiettivi della Convenzione delle Alpi. Al tempo stesso, i Paesi dell'arco alpino e gli organi della Convenzione delle Alpi hanno grande interesse che politicamente l'Italia resti all'interno del Protocollo Trasporti. "Una via d'uscita da questo conflitto - dice Haßlacher - sarebbe che il Governo italiano depositi un'ulteriore dichiarazione dove si sostiene che la dichiarazione aggiuntiva del 2012 non aveva l'intento di svuotare il Protocollo Trasporti".
Fonte e ulteriori informazioni: www.cipra.org/de/CIPRA/cipra-oesterreich , www.cipra.org/de/CIPRA/cipra-oesterreich (de), www.tt.com/politik/7760203-91 (de), www.ots.at/presseaussendung/OTS_20140119 (de)