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Punto di vista della CIPRA: Arringa in difesa di un orso deceduto

12/03/2013 / alpMedia
La mattina del 19 febbraio alle ore 9.30 la condanna a morte dell'orso della Valposchiavo è stata eseguita. L'accusa: si era avvicinato troppo agli umani. Si sarebbe però meritato il riconoscimento delle circostanze attenuanti.
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Tanto sembra pacioccone quanto in realtà è temuto: affinché l'orso possa tornare a popolare le Alpi servono risorse per la prevenzione e per preparare le persone. © Janten / Flickr.com
Il giovane orso si è reso colpevole di aver saccheggiato un alveare, essersi servito nella dispensa di due abitazioni e aver spaventato una ragazzina di 14 anni. Le autorità svizzere lo hanno perciò classificato come "orso problematico" e, appena risvegliato dal letargo, lo hanno fucilato. M13 era giunto dal Trentino e, come già cinque anni prima il suo compare di sventura JJ3, i grigionesi lo hanno percepito come una minaccia.
Ci sono diversi trattati internazionali che si prefiggono di ricostituire una popolazione di orsi nelle Alpi e salvaguardarla a lungo termine. La Convenzione di Berna considera l'orso bruno una specie strettamente protetta. La piattaforma "Grandi predatori, ungulati selvatici e società" della Convenzione delle Alpi intende favorire la coesistenza della fauna selvatica e della società . Si propone di gestire i conflitti e di evitare gli effetti negativi ricorrendo in particolare a misure di prevenzione.
Anche la Svizzera ha ratificato la Convenzione di Berna e la Convenzione delle Alpi. In Trentino vivono una quarantina di orsi, è quindi inevitabile che di tanto i tanto qualcuno entri nel territorio della Confederazione - un fatto che è del tutto in linea con le finalità di questo trattato internazionale. La popolazione svizzera, che per più di un secolo non si era più confrontata con un orso in libertà, è comprensibilmente confusa e impensierita. E anche la comunicazione ufficiale dà il suo contributo. Il Ministero dell'ambiente svizzero ha annunciato che l'"orso problematico", in precedenza "sfuggito all'abbattimento grazie al letargo", è stato "abbattuto".
Le persone avvertono l'orso come una presenza pericolosa, non sanno a cosa vanno incontro. Queste paure sono da prendere sul serio. Proprio per questo è giunto il momento per tutte le regioni alpine di confrontarsi con questo tema. Servono piani di gestione, programmi di difesa delle greggi e misure di prevenzione. Innanzitutto però, le persone devono di nuovo imparare a distinguere quali minacce sono reali e quali sono apparenti e come devono comportarsi con questi nostri conterranei di ritorno. O vogliamo accogliere a fucilate anche il prossimo?
Fonte e ulteriori informazioni: www.alpconv.org/de/organization/groups, www.bafu.admin.ch/dokumentation, www.news.ch (de)