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Alpi clima-neutrali: un dovere necessario

04/11/2009 / Dominik Siegrist
Quando a dicembre si incontreranno a Copenhagen per il vertice mondiale sul clima, i ministri dell'ambiente non potranno godere della vista sui monti e avranno anche una scarsa visuale dei progressi dei negoziati. Gli Stati dovrebbero prendere decisioni di ampia portata, cioè una riduzione a livello mondiale delle emissioni di CO2 del 30 % entro il 2020 e dell' 80 % entro il 2050.
Altrimenti non sarà più possibile raggiungere il cosiddetto obiettivo dei 2° C, massimo livello di riscaldamento globale che gli esperti di clima ritengono ancora sopportabile per il nostro pianeta. Per raggiungere questo obiettivo occorre però l'impegno di tutti.
Da parte nostra, noi possiamo dare un importante contributo, poiché la neutralità climatica delle Alpi non solo è necessaria, ma è anche possibile. Le regioni alpine dovrebbero però avere un forte interesse proprio a adoperarsi per la protezione del clima, poiché, allo stato attuale, un riscaldamento globale di 2° C comporterebbe nelle Alpi un aumento della temperatura di 4-5 gradi, che provocherebbero non solo il definitivo scioglimento della maggior parte dei ghiacciai, ma anche un drammatico innalzamento del limite della neve di varie centinaia di metri. Il surriscaldamento genererebbe poi un massiccio incremento di fenomeni naturali estremi, quali bufere, forti precipitazioni con inondazioni, frane e valanghe; importanti vie di traffico resterebbero chiuse per settimane e intere valli sarebbero inabitabili - per citare solo alcune delle possibili conseguenze per l'uomo e l'economia.
L'obiettivo delle Alpi climaticamente neutrali si potrà raggiungere solo passando alle energie rinnovabili. L'edilizia dovrà soddisfare criteri energetici rigorosissimi; il traffico di auto dovrà cedere il passo ai trasporti pubblici e il transito di merci si dovrà effettuare esclusivamente su ferrovia; lo stesso dicasi per la mobilità turistica e del tempo libero. E laddove sono ancora necessarie, le auto dovranno circolare con sistemi di alimentazione alternativi.
I buoni esempi e le iniziative in questo senso non mancano. Dalla nuova ferrovia della Val Venosta in Alto Adige alla casa passiva di legno locale nel Vorarlberg, passando per la borsa dei transiti alpini svizzera, Copenhagen e il mondo intero avrebbero molto da imparare dalle Alpi.