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Una rete di partner per una rete di habitat

08/04/2009 / Aurelia Ullrich-Schneider
Tre iniziative a livello alpino lavorano fianco a fianco Il territorio alpino vanta una straordinaria diversità biologica. Per conservarla, il Protocollo Protezione della natura della Convenzione delle Alpi prevede la creazione di una rete ecologica. Tre iniziative alpine strettamente correlate tra loro si sono poste questo obiettivo: il continuum ecologico, Econnect e la Piattaforma Rete ecologica della Convenzione delle Alpi.
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Le reti sono la strategia di successo per la natura. © Matthias Huss
Dal 2002 la CIPRA, la Rete delle Aree Protette Alpine (Alparc), il Comitato scientifico per la ricerca alpina (ISCAR) e il Programma alpino del WWF dedicano il loro comune impegno alla conservazione della biodiversità nelle Alpi. Con una visione complessiva che non si ferma ai confini delle regioni né delle aree protette, le quattro organizzazioni hanno aperto una via totalmente nuova alla protezione della natura alpina, dando l'impulso decisivo alla realizzazione della Piattaforma Rete ecologica della Convenzione delle Alpi e al progetto Econnect. Inoltre, riunite in consorzio, hanno dato vita al progetto Continuum ecologico. Esse agiscono dunque perfettamente nel segno della Convenzione delle Alpi che, nel Protocollo Protezione della natura, promuove la creazione di una rete ecologica per la conservazione della straordinaria diversità biologica del territorio alpino.
Ognuna delle tre iniziative verte su un diverso elemento centrale. La Piattaforma si impegna in particolare a favore del sostegno politico alla rete ecologica alpina. Econnect istituisce una collaborazione esemplare tra operatori pubblici e privati e sostiene i primi passi di attuazione a livello locale nelle regioni pilota. Il Continuum ecologico ha elaborato principi metodologici e scientifici per tutte le iniziative, ha avviato la collaborazione con le regioni pilota e aperto un dibattito pubblico nelle Alpi. I quattro partner del consorzio "Continuum ecologico" partecipano inoltre alla Piattaforma e a Econnect, con il compito di non perdere di vista gli obiettivi a lungo termine, di sostenere tutte le iniziative e di collegarsi tra loro, nonché di trovare fonti di finanziamento per nuovi progetti.

Il continuum garantisce la continuità
Il continuum ecologico ha avuto inizio nel giugno 2007 grazie al sostegno finanziario della fondazione MAVA per la natura. Nella prima fase, durata un anno e mezzo, la CIPRA, alparc, Iscar e il WWF hanno posto le fondamenta per l'attuazione a lungo termine di una rete ecologica nelle Alpi. Ne è risultata la messa a disposizione in tutte le Alpi di metodi concordati e di un catalogo delle possibili misure di messa in rete degli spazi vitali.
Sono state individuate quattro regioni pilota distribuite in tutto l'arco alpino. Per i partner assume grande valore illustrare l'importanza di una rete ecologica alle persone con funzioni decisionali, le quali in futuro, nelle programmazioni e nelle svolte politiche, dovranno considerare che la migrazione stagionale degli animali o l'esistenza di popolazioni vegetali sono possibili solo in presenza di un opportuno collegamento di habitat adeguati. L'avvio di Econnect è stato il primo grande risultato visibile del Continuum. Nel prossimo futuro i quattro partner allestiranno una rete di competenze alpine e avvieranno nuovi progetti in altre regioni pilota.

Condurre il dibattito politico
Per promuovere il lavoro comune a favore di una rete ecologica, nel 2007 la Convenzione delle Alpi ha istituito la Piattaforma Rete ecologica che non si limita a riunire esperti competenti degli Stati alpini e osservatori della Convenzione delle Alpi, come fanno gli altri Gruppi di lavoro della Convenzione, bensì coinvolge autorità, istituzioni scientifiche, organizzazioni internazionali e rappresentanti delle regioni pilota, diventando così un importante anello di congiunzione tra politica, scienza e prassi.
La Piattaforma sottopone gli importanti risultati derivanti da progetti come Econnect e il Continuum ai ministeri dell'ambiente degli Stati alpini, allo scopo di preparare il terreno per ottenere il sostegno politico a tutte le iniziative di messa in rete nel territorio alpino, intrattiene scambi diretti anche con altre convenzioni multilaterali, come la Convenzione sulla biodiversità, nonché con istanze decisionali a livello europeo, organizza il supporto scientifico alle iniziative di messa in rete, sostiene l'attuazione nelle regioni pilota e provvede affinché il dialogo tra i partner non si esaurisca e il pubblico venga a conoscenza delle attività.
Al lavoro della Piattaforma sono tuttavia posti dei limiti. Oltre ai mezzi messi a disposizione dalla Presidenza della Piattaforma, che cambia ogni due anni, non vi sono altri finanziamenti garantiti, né si conosce la somma che metterà a disposizione la Francia, la quale ha appena assunto la Presidenza dopo la Germania.

Ripristinare la rete della vita
Econnect, che, con una durata di tre anni, è il progetto a più breve termine, è un'unione di 16 partner provenienti da sei paesi alpini nell'ambito del Programma Spazio alpino dell'Unione Europea. All'insegna del motto "Restoring the web of life" , dal settembre 2008 Econnect porta avanti l'attuazione esemplare della rete ecologica nelle regioni pilota, con la partecipazione di amministrazioni nazionali e regionali, istituti di ricerca, organizzazioni internazionali e partner locali incaricati dell'applicazione. Basandosi sugli strumenti e i criteri del Continuum ecologico, le quattro regioni pilota e altre due regioni dimostrano come si possa concretamente migliorare la messa in rete in loco. Ad esempio, i partner svizzeri, italiani e austriaci del progetto concordano la procedura di conservazione dei prati secchi, indispensabili per la sopravvivenza della briseide, una specie di farfalla a rischio di estinzione. A sostegno, Econnect fornisce dati geografici relativi a tutte le Alpi, analizza le barriere fisiche e legali che ostacolano lo scambio di piante e animali e stabilisce i corridoi migratori. Infine, non meno importante, occorre uno scambio di conoscenze non solo tra operatori, ma anche con altre zone montane.