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Gli enti montani contrari alla nuova definizione di montanità

02/08/2007 / alpMedia
Sta facendo discutere il disegno di legge del Governo italiano sulle misure per la riduzione dei costi amministrativi che introduce una nozione di montanità secondo la quale un comune, per poter essere considerato montano, deve avere l'80% del territorio a un'altitudine superiore a 600 metri oppure il 50% del territorio oltre i 600 metri ma con un dislivello di almeno 600 metri tra la quota minima e quella massima.
Con l'applicazione di questi parametri molti comuni montani verrebbero a perdere la caratteristica di montanità e molte comunità montane fortemente ridimensionate. Contro l'iniziativa del Governo si sono schierati in modo deciso i rappresentanti dei comuni e delle comunità montane; in particolare l'UNCEM (l'organizzazione nazionale che rappresenta gli Enti montani) ricordando il ruolo determinante delle Comunità montane nella gestione di scuole, sanità, assistenza, viabilità, forestazione e difesa del suolo. UNCEM propone che vengano adottati criteri socio economici: non dovrà essere soltanto l'altimetria a stabilire se un comune possa o meno essere considerato montano, ma assieme a essa si chiede che vengano considerati densità di popolazione, sviluppo demografico, struttura delle età e potenzialità di sviluppo delle attività economiche.
Fonte e ulteriori informazioni: www.uncem.it
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