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Le candidature di Salisburgo ai Giochi olimpici invernali

10/04/2014
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© Richy / pixelio

La candidatura per il 2006

Su iniziativa della Camera di commercio di Salisburgo e su pressione delle grandi società funiviarie, il Land di Salisburgo finanziò uno studio di fattibilità per una candidatura alle Olimpiadi invernali 2006. Ma già in fase di selezione preliminare, il Comitato olimpico nazionale austriaco votò a favore di Klagenfurt, la cui candidatura non raggiunse però la fase finale delle selezioni; i Giochi andarono poi a Torino.

La candidatura per il 2010

Nella candidatura ai Giochi olimpici invernali 2010 le critiche si incentrarono più che altro sulle preoccupazioni per i possibili danni ambientali. Su iniziativa dell’associazione Naturschutzbund, a Salisburgo si formò il comitato ÖKO OLYMPIA 2010, di cui facevano parte anche personalità di spicco. Con la sottoscrizione di un contratto, stipulato con i promotori e con il Governo del Land, il comitato si prefiggeva di “impedire la distruzione della natura e ogni danno per la popolazione”. Le trattative si susseguirono a lungo, ma non si giunse mai alla sottoscrizione di un accordo. In seguito il comitato riuscì anche a ottenere un colloquio con i membri della Commissione di valutazione del CIO – in visita a Salisburgo per un sopralluogo – nel corso del quale fece presente che i promotori non volevano dare nessuna garanzia scritta, ovvero vincolante, in merito alla salvaguardia ambientale.
Per rabbonire gli oppositori in prossimità della scelta della Città olimpica, il sindaco di Salisburgo, capoluogo del Land, in qualità di principale fautore della candidatura scrisse a ÖKO OLYMPIA che tutto era già sistemato. In seguito il politico non dovette più dimostrare se le cose stavano davvero così, perché i Giochi 2010 furono assegnati a Vancouver.

La candidatura per il 2014: Una tragedia in molti atti

Primo atto: La preparazione della cittadinanza
In seguito alla massiccia pressione delle società funiviarie e dei sindaci del distretto di Pongau, si cominciò, in questa prima fase timidamente, a rendere appetibile agli abitanti una nuova candidatura per il 2014. Il futuro direttore di una Società di promozione di “Salisburgo 2014” affermò in un’intervista al quotidiano Salzburger Nachrichten che ora i costi per la candidatura sarebbero scesi, perché molte strutture erano già presenti, inoltre le Olimpiadi avrebbe portato 1,6 miliardi di incassi e si sarebbero chiuse con un attivo di bilancio di 500 milioni di euro!
La candidatura per il 2010 aveva dimostrato chiaramente che la popolazione non si preoccupava tanto dei possibili danni ambientali, ma era fondamentalmente contraria per gli eventuali oneri finanziari che sarebbero potuti ricadere sui contribuenti. Naturalmente anche gli oppositori dei Giochi fecero sentire le loro voci su questo punto, soprattutto perché il Comitato promotore aveva fornito cifre completamente sbagliate al Parlamento del Land e al Consiglio comunale.

Secondo atto: Il referendum di Salisburgo, città candidata
Una consigliera comunale dei Popolari Austriaci, estromessa dal partito per indisciplina e quindi “sciolta” da vincoli di partito, riuscì, con l’aiuto di un team ridotto ai minimi termini, a raccogliere in pochissimo tempo le oltre 2000 firme necessarie per svolgere un referendum nella città di Salisburgo.
Se gli oppositori non poterono disporre di mezzi finanziari, i sostenitori invece misero in campo addirittura il presidente federale, con una “spedizione a tappeto di materiale pubblicitario”; la governatrice del Land e il sindaco batterono alacremente il mercato cittadino a caccia di voti. Per questo il risultato risultò ancora più deludente per tutti i sostenitori delle Olimpiadi: nella città di Salisburgo una maggioranza pari al 60,53 per cento dei votanti disse NO ai Giochi olimpici invernali. Tuttavia, dal momento che per le leggi comunali si trattava solo di una consultazione della cittadinanza, i politici non si sentirono tenuti a rispettare l’esito referendario, così la candidatura andò ancora avanti.

Terzo atto: Aiuto!! Delle preannunciate centinaia di milioni di euro di incassi non c’è più traccia!

Quello che i critici avevano continuato a ribadire per mesi si avvera: i diritti televisivi tanto strombazzati dal CIO erano cifre fantomatiche. Perciò le voci di spesa programmate subirono tagli per centinaia di milioni di euro.
Di conseguenza, sul piano delle spese ci furono trucchi e inganni di ogni sorta, opportunità impossibili furono presentate come realistiche e siti sportivi inesistenti furono rappresentati come funzionanti. Malgrado questi plateali giochetti, il budget fu approvato: dopotutto il contributo fiscale dei cittadini sarebbe ammontato a “soli” 180 milioni di euro.

Quarto atto – il lieto fine
Il grande mago Putin salva Salisburgo (portando i Giochi in Russia) per circa 50 miliardi di dollari, come si seppe in seguito
Nel 2014, a sette anni dalla sua eliminazione come città olimpica, ci si domanda quali ripercussioni avrebbe avuto per Salisburgo una candidatura vincente: anche senza le Olimpiadi, in seguito a uno scandalo finanziario, nel 2012 il Land andò vicino al tracollo finanziario e fu costretto a comprimere drasticamente il bilancio. Lo svolgimento dei Giochi olimpici avrebbe richiesto un impegno finanziario di gran lunga maggiore.

Epilogo – seppur senza fine
Sul suo sito internet il Land di Salisburgo riferisce – per ben 77 pagine – dell’operato di una commissione di inchiesta sulla candidatura alle Olimpiadi del 2014. All’epoca a Vienna era stata fondata una società di finanziamento, che invece alla fine dovette esser finanziata essa stessa dal budget olimpico di Salisburgo. Il segretario generale del Comitato olimpico austriaco fu condannato in via definitiva a diversi anni di reclusione. A questo punto, Salisburgo dovrebbe essere vaccinata per un bel pezzo contro i Giochi olimpici.
www.salzburg.gv.at/zusammenfassung-2.pdf

 

Sull’autore
Willi Rehberg, laureato in economia aziendale, è stato direttore di una società di ingegneria ambientale e a lungo tesoriere della sezione dell’Alpenverein di Salisburgo. Ha acquisito un notevole know-how sulle Olimpiadi in occasione delle candidature di Salisburgo ai Giochi olimpici invernali 2006, 2010 e 2014; ha poi collaborato con la rete NOLYMPIA Monaco 2018 e 2022 con numerosi interventi nelle località sede di gara (previste) in Baviera. A Salisburgo è stato uno dei promotori del comitato ARGE-ÖKO OLYMPIA 2010 e ha contribuito sostanzialmente alla creazione delle condizioni per lo svolgimento di una consultazione della cittadinanza contro la candidatura Salisburgo 2014.
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