Tempi burrascosi – La CIPRA negli anni Settanta
Nella seconda metà degli anni Sessanta la CIPRA inizia a perdere forza propulsiva. L’allora presidente Emile Dottrens si impegna per ottenere dal Consiglio d’Europa il riconoscimento per la CIPRA quale organizzazione non governativa. Egli aveva anche grandi piani per la partecipazione della CIPRA all'"Anno europeo per la protezione dell’ambiente" previsto per 1970. Dopo le sue inaspettate dimissioni nel 1968 la situazione si aggrava. Il nuovo presidente Willy A. Plattner afferma nel 1969 che si trattava di "... rivalutare la CIPRA oppure di scioglierla".
Il punto più basso della crisi viene raggiunto nel 1970: la CIPRA perde l’occasione dell’Anno europeo per la protezione dell’ambiente. Il Convegno annuale di Magadino/CH del 1971 maschera temporaneamente la gravità della situazione. La riorganizzazione proposta da Plattner – egli voleva inserire nella CIPRA nuovi esperti delle Alpi e creare delle "subcommissioni" nei diversi paesi – non trova molti consensi. Dopo che neppure nel 1973 si riesce a organizzare il Convegno annuale, nell’autunno 1974, a margine di una conferenza della IUCN a Trento sul tema "Il futuro delle Alpi", si decide di porre la CIPRA a capo di una più ampia base di associazioni sostenitrici con una presidenza composta da più persone.
Con la morte o le dimissioni di quegli studiosi che per anni avevano guidato la storia della CIPRA, si ha anche un rinnovamento di persone. Dopo un anno di transizione, Curt Fossel viene eletto nuovo presidente. La sede della CIPRA viene quindi trasferita a Graz/A. Dal punto di vista organizzativo, le associazioni ambientaliste avrebbero dovuto costituire, nei singoli stati, i rispettivi comitati nazionali, ma questo non potè essere attuato subito. Gli sforzi per una rianimazione della CIPRA mostrano però ben presto i primi risultati. Per esempio, in occasione del 25° anniversario della CIPRA, nel 1977 a Bovec/SL viene approvato un programma in 12 punti per la protezione delle Alpi.