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Ancora lacunose le ricerche sul permafrost

12/08/2004 / alpMedia
Il permafrost reagisce al riscaldamento meno sensibilmente di quanto finora supposto. Questa affermazione è stata pronunciata da Reynold Delaloye, geografo presso l'Università di Fribourg/CH, che nel corso di una serie di rilevamenti condotti per sei anni non ha potuto constatare alcun cambiamento di temperatura negli strati profondi del suolo. Il ricercatore ha spiegato tali risultati con un meccanismo di ventilazione che si innesca durante l'inverno.
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Ricerche sul ghiaccio nella grotta Lang-steinhöhle/A © Theo Pfarr http://www.nhm-wien.ac.at/nhm/hoehle/hoehleneis.htm
Complessivamente la scienza non dispone tuttavia di conoscenze approfondite sul ghiaccio permanente presente nel sottosuolo. All'Università di Zurigo il geografo Stefan Gruber sta lavorando ad un software che intende aiutare i gestori di impianti di risalita a valutare il rischio di frane. Il suo modello informatico simula l'intensità e le differenze territoriali nel riscaldamento delle rocce nelle Alpi.
Ricerche condotte in Austria evidenziano che negli ultimi 15 anni il ghiaccio all'interno delle grotte è diminuito significativamente. Secondo Rudolf Pavuza della Federazione austriaca di ricerche speleologiche, le cause del fenomeno sarebbero tuttavia da attribuire non tanto all'innalzarsi delle temperature medie, quanto all'aumento delle precipitazioni estive e alla conseguente penetrazione di maggiori quantità di acqua relativamente calda nelle cavità ipogee. Fonti e info: Tages Anzeiger 05.07.2004, www.unifr.ch/main/news/detailD.php?nid=257 (de/fr) 20.07.2004, www.nhm-wien.ac.at/nhm/hoehle/hoehleneis.htm (de)