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Dichiarazione per una natura connessa

08/04/2013 / CIPRA Internationale Alpenschutzkommission
Con un breve video, la CIPRA mostra che cosa possono fare i Comuni per conservare la diversità biologica. Per gli attivisti nei Comuni l’apparizione davanti alla macchina da presa è stata una bella conferma del loro impegno. Azione!
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Aldo Rodigari racconta la rinaturalizzazione del rio Ram nella Val Müstair. © Barbara Wülser/CIPRA International
Aldo Rodigari è in piedi su di un banco di ghiaia al centro del Rom, il microfono fissato sul colletto della camicia, e parla forte per superare il brusio che lo circonda. Racconta come è stato rinaturalizzato il fiume e perché la protezione è stata così importante per la Val Müstair svizzera. Il torrente ai suoi piedi pare tributargli un applauso fragoroso. Rodigari, Vicesindaco di Val Müstair, ha ben preparato il suo testo in lingua tedesca. Questo grigionese, la cui lingua madre è il romancio, incespica leggermente quando pronuncia la difficile parola «rinaturalizzazione».
Il luogo dove si gira, lungo il confine fra Svizzera e Italia, è uno dei cinque set del video dal titolo «Per le farfalle e le salamandre pezzate», promosso dalla CIPRA. In Francia Bruno Murienne, sindaco di Saint-Martin-d’Uriage, racconta come i Comuni possono, con un’oculata pianificazione territoriale, intervenire a favore della natura a lungo termine. In Italia, a Tubre in Alto Adige, e in Svizzera, a Ramosch nella Bassa Engadina, i rappresentanti dei Comuni si mettono davanti alla macchina da presa per convincere i propri omologhi della necessità di interconnettere gli spazi vitali. In mezzo, Bruno Stephan Walder, Direttore della CIPRA Internazionale, spiega come il valore e la messa in rete di queste attività siano importanti per la conservazione dell’immensa biodiversità nelle Alpi.
Non riprese dalla macchina nonostante l’importanza del loro contributo le persone appartenenti alla rete della CIPRA. Alcune, come i partner dell’iniziativa Continuum ecologico, hanno contribuito a predisporre le conoscenze scientifiche necessarie. Altre hanno partecipato all’ideazione, identificato luoghi adatti per girare e messo in contatto la CIPRA con i protagonisti giusti.
Dal 2011 la Val Müstair, che conta appena 1.600 abitanti, è riconosciuta dall’UNESCO come riserva di biosfera. Oggi predomina l’orgoglio, ma prima il dibattito era acceso. Anni fa il progetto di rivitalizzazione Palüds a Fuldera ha prodotto notevoli resistenze. Gli agricoltori temevano che il fiume avrebbe liberamente creato i propri meandri inghiottendo i loro campi. Oggi invece, finalmente liberato dal corsetto, il torrente sfila docile lungo i prati curati. Gli agricoltori hanno meno difficoltà a gestire i loro campi e i turisti apprezzano l’eccezionale paesaggio culturale lungo il rio Rom. L’esperienza di Aldo Rodigari indica che i piccoli progetti di qualità aiutano a coinvolgere le persone in progetti più grandi. «Il paesaggio ripariale rivitalizzato è oggi un punto a favore della Biosfera Val Müstair.» Talvolta è sufficiente un impulso dall’esterno, ad esempio dalle associazioni ambientaliste. E spera che il video possa contribuire ad aprire gli occhi anche altrove. C’è orgoglio nelle sue parole quando dice: «Certo, siamo una regione a margine, ma non siamo dei buzzurri.»
Lo stesso torrente, sull’altro lato del confine, in Italia, si chiama rio Ram. Le parole di Margit Gaiser davanti alla macchina da presa sgorgano come una cascata. La Consigliera comunale di Tubre non usa mezzi termini. Denuncia la potenza minima della prevista centrale idroelettrica a confronto con il grande danno ecologico e paesaggistico. Parla della mossa unilaterale del Comune di Tubre che non ha coordinato la data del referendum con il vicino Comune di Malles. Delle informazioni negate alla popolazione. Dei turisti che si fermano perplessi al confine perché il sentiero cessa di esistere sul versante italiano. Delle opportunità che una protezione del rio avrebbe offerto alle famiglie e alle attività commerciali.
Non dice tutto a microfono aperto. In fin dei conti non intende attaccare nessuno pubblicamente. Meglio convincere, soprattutto i quasi 1.000 abitanti di Tubre. Ha grandi aspettative nei confronti del film. Se sarà in grado di destare l’attenzione a livello alpino, forse contribuirà alla sensibilizzazione anche nel proprio paese. Margit Gaiser, che è anche membro di un’associazione per la protezione del rio Ram, trova che le pubblicazioni della CIPRA dovrebbero essere una lettura obbligatoria per i Consiglieri comunali: «Solo una persona informata ha il coraggio di parlare.»
«Quando si tratta dell’acqua, sono numerosi gli ostacoli proprio perché numerosi sono gli utenti», spiega Angelika Abderhalden. E’ un contatto della CIPRA nella Bassa Engadina nonché direttrice della Fondazione Pro Terra Engiadina, che si dedica alla conservazione e alla cura del paesaggio di particolare valore culturale o naturale. Altri progetti di messa in rete sono meno controversi. E i Comuni hanno il compito di indicare dove c’è maggiore urgenza di attivarsi. «Le reti ecologiche dovrebbero nascere dove l’impatto è maggiore.»
Lo sa anche Victor Peer, Sindaco di Ramosch, un «paese bio» nella Bassa Engadina. Qui diversi studenti provenienti da Vienna aiutano a liberare i prati aridi da cespugli e arbusti. Peer è un agricoltore cresciuto nella Bassa Engadina «e da sempre vicino alla natura». Si è reso davvero conto del valore del paesaggio naturale tramite il suo lavoro in Comune, con le associazioni ambientaliste e con gli uffici cantonali. Oggi, nella sua veste di Presidente della Fondazione Pro Terra Engiadina, ritiene che la cura delle superfici naturali rappresenti una valorizzazione volta al futuro «per il turismo e per la gente che vi abita». Ed è convinto anche che la scelta del suo piccolo Comune come set per il video della CIPRA sia una conferma: «Siamo sulla strada giusta.»

Barbara Wülser
CIPRA Internazionale

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Film: i Comuni mettono in rete gli spazi vitali
Il documentario di 15 minuti «Per le farfalle e le sala­mandre pezzate» è un incoraggiamento ai Comuni volto a sollecitarne l’impegno a favore delle reti ecologiche. Il film è stato cofinanziato dalla Fondazione Valüna e può essere scaricato dai siti web della CIPRA e dell’iniziativa Continuum ecologico, in lingua tedesca, francese, italiana, slovena e inglese. E’ anche disponibile su DVD presso la CIPRA Internazionale.
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Fonte: Relazione annuale 2012 CIPRA Internazionale
www.cipra.org/it/CIPRA/cipra-internazionale