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Punto di vista: Un appello per città multicolori

13/11/2020 / alpMedia
La pandemia da Covid-19 ha evidenziato in modo impressionante quanto siano importanti per il nostro benessere le aree ricreative di vicinato. Oltre il 70% della popolazione alpina vive in città. Proprio lì c’è una grande potenzialità di intervento, dichiara Magdalena Holzer, responsabile di progetto della CIPRA International.
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Magdalena Holzer è responsabile di progetto presso CIPRA International. (c) Caroline Begle, CIPRA International

Sulle facciate delle case, sui tetti, nei giardini privati: la quantità di verde in città deve aumentare sensibilmente – per l’occhio e per il clima. Attraverso misure come la deimpermeabilizzazione delle distese d’asfalto si eliminano le isole di calore, viene stoccata più CO2 e migliora la qualità della vita. A questo proposito alcune città delle Alpi stanno già facendo grandi cose, come le Città alpine dell’anno di Annecy o Chambéry in Francia, con la rinaturalizzazione dei fiumi in area urbana, oppure Belluno in Italia, con l’ingresso nella Rete europea delle città libere dai pesticidi, o Villach in Austria come “città commestibile”. Questi esempi devono fare scuola; e la pianificazione urbanistica deve fare scelte coraggiose per creare micro aree wilderness anche in città.

Ciascun abitante di una città dovrebbero avere a disposizione almeno 50 metri quadrati di verde nelle immediate vicinanze della propria residenza, gestiti senza pesticidi e con una copertura vegetale locale. Ciò contribuisce a ridurre le vie di trasporto e la CO2 emessa. Meno interventi di sfalcio e diserbo riducono la quantità di lavoro e danno un importante contributo alla promozione della biodiversità. Ci sarebbe ampio margine per questo tipo di interventi: le strade commerciali hanno spesso un aspetto grigio e inospitale. Ciò è emerso in maniera ancora più evidente durante il lockdown: nessuno voleva soffermarsi in quei luoghi. Anche nella progettazione e nella gestione dei parcheggi non si sfruttano a sufficienza alcune soluzioni vantaggiose. La qualità della vita e dell’abitare è determinata anche dal tempo che si trascorre fuori casa e si riflette sul benessere dell’intero comune. Che sollievo per i nostri polmoni – non solo in tempi di Covid-19! Abbiamo a disposizione un’enorme potenzialità per la pianificazione di aree urbane attraenti, verdi e senza un’eccessiva impermeabilizzazione del suolo.

Una serie di isole verdi fiorite all’interno della città costituiscono “oasi” che collegano i biotopi e sono importanti per la connettività ecologica. Aiutano le api o altri impollinatori a svolgere la loro funzione fondamentale. Ognuna di queste oasi ci dà l’opportunità di conoscere meglio le interconnessioni della natura ed è una componente della rete che ci aiuta nella crisi climatica. Le aree ad alta biodiversità sono indubbiamente più resilienti. La natura è un nostro valido alleato – a condizione che le diamo abbastanza spazio.