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Corridoi per tritoni crestati & co.

08/04/2009 / Conseil Général Isère
Dipartimento dell'Isère - Dalla teoria alla pratica Nel Dipartimento francese dell'Isère, i corridoi ecologici non sono una tigre di carta, bensì vengono attuati in tutti i settori rilevanti e stanno per ricevere nuovo slancio da un grande progetto appena avviato. L'Isère però non è all'avanguardia solo per la Francia. Anche gli altri paesi alpini possono trarne stimoli concreti per la realizzazione di reti ecologiche.
Il Dipartimento dell'Isère è impegnato sin dal 2000 non solo nella creazione di una rete di circa 100 aree protette, ma anche a favore della salvaguardia della continuità tra le aree centrali caratterizzate da una notevole biodiversità. La consapevolezza della necessità dei corridoi è scaturita dai risultati dei locali censimenti degli anfibi travolti dai mezzi di trasporto, che vengono effettuati ogni anno dal 1996. Altrettanto determinante è stato il censimento del piano urbanistico per l'agglomerato di Grenoble, il quale avverte che occorre preservare zone naturali lungo i corsi d'acqua e tra le aree urbanizzate della valle alpina che conta ben 500.000 abitanti. Di fronte alle oltre 10.000 licenze edilizie concesse ogni anno occorre reagire, un problema questo segnalato da politici, ricercatori, cacciatori e pescatori, ma anche urbanisti ed esperti di infrastrutture.

In tutto il paese, un metodo unico nel suo genere
Per la definizione dei corridoi, il Dipartimento dell'Isère ha adottato un metodo ideato in Svizzera per l'identificazione delle reti ecologiche. Benché disponesse di molte meno informazioni su flora e fauna, grazie al know-how e al contributo di numerosi studiosi di scienze naturali e operatori locali, è stato possibile individuare 400 zone problematiche. Un ufficio di progettazione svizzero specializzato in ecologia applicata ha successivamente realizzato, per la prima volta nel Dipartimento dell'Isère e in tutta la Francia, una sintesi che ha consentito di evidenziare la rete ecologica dell'Isère e le principali sfide da affrontare. Questo documento cartografico che definisce i corridoi su una superficie di oltre 7.000 km2 costituisce ormai un importante riferimento per amministrazioni, enti locali e uffici di progettazione.
Sulla base di questo censimento, sono state stabilite dieci priorità per il ripristino dei collegamenti per la fauna, annoverando tra le prime la riserva naturale Grand Lemps, di cui occorre preservare i circa 15.000 anfibi, come ad esempio il tritone crestato. A oggi sono stati creati 14 passaggi per piccoli animali per una lunghezza totale di oltre 1 km. Riscontrata l'efficacia di queste misure, peraltro comprovata da varie analisi, l'ufficio per la circolazione del Consiglio generale ha così fatto realizzare altri due passaggi per animali di piccole dimensioni.

Importanti passaggi per la selvaggina
Pensate che su 70 km di vallata ai due lati di Grenoble, restano solo sei corridoi ecologici per raggiungere i massicci del Vercors, della Chartreuse o di Belledonne. Data la crescente pressione esercitata dagli insediamenti, dall'agricoltura intensiva e dalle numerose infrastrutture di trasporto, anche la Valle di Grésivaudan non costituisce più un passaggio per la selvaggina, come accadeva in passato, sebbene mantenga una grande importanza per tutto il territorio alpino, vista la sua posizione tra il massiccio della Chartreuse a ovest e il massiccio di Belledonne a est.
Dal 2005, a seguito di un censimento dettagliato, eseguito dall'ente urbanistico dell'agglomerato di Grenoble e da un ufficio di progettazione svizzero in collaborazione con naturalisti, cacciatori, pescatori, agricoltori, amministratori comunali e gestori di autostrade, strade, ferrovie, dighe, ecc., il Consiglio generale del Dipartimento dell'Isère si fa carico del coordinamento degli interventi di conservazione e ripristino dei corridoi.

Progetto UE "Corridoi vitali"
A febbraio 2009 è stato lanciato il nuovo grande progetto "Corridoi vitali" che, con un budget di 9 milioni di euro ripartito in 6 anni, si articola attorno a 3 obiettivi con 50 interventi. Innanzitutto si tratta di affrontare le zone problematiche tramite l'adozione di misure sulla rete stradale o l'installazione di rilevatori di calore per gli animali selvatici, fissando parallelamente nei documenti di pianificazione le zone dove realizzare i corridoi (sul terreno e nei corsi d'acqua della "Trame bleue et verte", nella pianificazione territoriale, nei piani urbanistici locali, ecc.). Tuttavia occorre ricercare uno statuto giuridico più preciso, cosa che rientra tra l'altro negli obiettivi del progetto Econnect (vedi pag. 18). Come le strade, ora nel Dipartimento dell'Isère anche tutti i corridoi rappresentano una vera e propria infrastruttura, anche se di tipo naturale, dotata di un suo numero di identificazione.
Eppure un successo di lungo respiro è possibile solo se il pubblico farà proprie queste sfide e riconoscerà queste zone. Una parte del progetto consiste dunque in un'opera di sensibilizzazione che passa attraverso una mostra e varie manifestazioni nelle scuole e mira a convincere tutti gli "amministratori", quali concessionari di autostrade, agricoltori, politici e uffici tecnici, ad adottare una migliore gestione dei corridoi.Il progetto nel Dipartimento dell'Isère è finanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale con il sostegno dell'AREA, società di gestione delle autostrade, dell'agenzia idrica e della regione Rodano-Alpi. Quest'ultima, nella quale si trova il Dipartimento dell'Isère, è fortemente impegnata a favore dei corridoi ecologici. La regione ha firmato per questo il primo "contratto corridoio", nel quale è stato fissato anche il sostegno finanziario al progetto EU con il 12 percento del budget.
Le attività svolte nel Dipartimento dell'Isère sono esemplari non solo per la Francia, ma per anche per tutto l'arco alpino e per questo la Piattaforma Rete ecologica della Convenzione delle Alpi lo ha infatti previsto tra le regioni pilota ufficiali per i corridoi ecologici. Nel quadro del progetto Econnect, inoltre, il Dipartimento partecipa agli sforzi a favore di una messa in rete ecologica e in particolare del superamento degli ostacoli fisici e legali.