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Ne sono rimaste solo più due

04/07/2018
Dopo il No di Sion/CH, per le Olimpiadi invernali 2026 restano solo più due candidature nelle Alpi. Ma anche qui non è ancora detta l’ultima parola. (Aggiornamento: Due giorni dopo la pubblicazione della nostra newsletter, la città di Graz/A non è più candidata alle Olimpiadi del 2026. Il Comitato olimpico austriaco si è ritirato. Rimane quindi una sola candidatura da parte delle Alpi.)
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La campagna contro i Giochi olimpici invernali a Sion ha avuto successo. © Olympia2026Nein/facebook

Dopo Innsbruck/A, i Grigioni/CH e Monaco/D, anche gli abitanti del Canton Vallese in Svizzera si sono espressi contro la candidatura di Sion per i Giochi Olimpici invernali 2026. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) si rammarica per l’esito della consultazione popolare, conclusasi con un ennesimo “No” da parte di un “Paese con una consolidata tradizione di sport invernali” – così il CIO definisce i Paesi alpini. Stefan Grass, portavoce del Comitato contrario ai Giochi olimpici dei Grigioni, ha seguito la consultazione che si è svolta nel Vallese. Il risultato non lo coglie di sorpresa: “Molte persone non sono disposte ad accettare gli oneri che inevitabilmente le Olimpiadi invernali comportano in base al contratto di città ospitante (host city contract) imposto dal CIO”. L’argomento finanziario è quello più rilevante, ma anche dal punto di vista ecologico e di politica dei trasporti il grande evento solleva questioni che destano preoccupazione. Ciò è dimostrato anche dal documento di posizione della CIPRA “Alpi libere da Olimpiadi”.

Anche a Graz/A, ancora tra le possibili località ospitanti, si fa più forte la richiesta di risposte a tali domande. Tina Wirnsberger, assessora della città per l’ambiente, ha colto l’occasione della visita del vicepresidente del CIO Juan Antonio Samaranch per porre una serie di domande su finanziamento, sicurezza e contratti. “Risposte concrete non ne sono arrivate, solo molta propaganda per cosiddetti «valori olimpici»”, ha postato l’assessora su Twitter.

Nel frattempo il Partito comunista austriaco (KPÖ), contrario alle Olimpiadi, sta raccogliendo firme per un referendum. Al momento mancano circa 500 firme sulle 10.000 richieste. Anche in Italia, dove Cortina d’Ampezzo, Milano e Torino hanno manifestato interesse per le Olimpiadi, sono in corso discussioni. Anche qui l’attenzione si concentra sui costi, sia finanziari che ecologici. Aspetti controversi contro cui a nulla valgono manifestazioni di piazza come il flashmob pro Olimpiadi recentemente organizzato a Torino.

 

Fonti e ulteriori informazioni: www.cipra.org/it/posizioniwww.olympia-nein.ch/go/aktuelles/meldungen/sinon.php (de), www.lematin.ch/suisse/sion-2026-5105/story/14427188 (fr),   ; www.kleinezeitung.at/steiermark/chronik/5450952/IOCVizepraesident-im-Rathaus_Fuer-Winterspiele-braucht-Graz-ein (de), https://twitter.com/tinawirnsberger/status/1009793570184859648 (de), www.kpoe-graz.at/nein-zu-olympia-2026-in-der-schweiz.phtml (de), www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/11/olimpiadi-invernali-2026-quattro-motivi-per-cui-sono-contrario-alla-ricandidatura-di-torino/4216316, www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Olimpiadi-a-Torino-tensione-in-Giunta-M5S-Sindaco-Appendino-Se-non-passano-si-va-tutti-a-casa-f4bc3d77-771d-4588-a376-71fa6315f9d9.html , www.futura.news/2018/06/23/olimpiadi-paralimpiadi-torino-2026-un-flash-mob-olimpico-piazza-castello-dire-si-candidatura-fotogallery