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Laboratorio per il clima Alpi

31/10/2018 / alpMedia
Senza misure di protezione del clima, la temperatura media nella regione alpina aumenterà fino a 4,5 gradi entro il 2050. Nuove iniziative danno motivo di speranza, l’attuale Rapporto sul clima delle Nazioni Unite richiama una maggiore attenzione sul tema.
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Il ritiro dei ghiacciai evidenzia il cambiamento climatico nelle Alpi. © Michael Gams, CIPRA International

Cosa succede con un riscaldamento globale di 1,5 gradi rispetto al periodo preindustriale? Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) risponde a questa domanda nel suo recente rapporto. Nelle Alpi, tuttavia, l’aumento della temperatura ammonta già a due gradi. Lo conferma Reto Knutti, professore presso l’Istituto per l’atmosfera e il clima del Politecnico di Zurigo, coautore di due rapporti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici. «Negli scenari più recenti per la Svizzera si ipotizza un riscaldamento da 2,5 a 4,5 gradi entro la metà del secolo. Queste sono, evidentemente, variazioni di vasta portata». Gli effetti sono molteplici. Ad esempio il 90% dei ghiacciai alpini scomparirà, con conseguenze sulle portate di deflusso. Non si dovrebbe andare incontro a una carenza di acqua potabile, ma «se le temperature e le variazioni delle precipitazioni estive vanno in questa direzione, come è dimostrato dagli scenari, allora non avremo più la possibilità di irrigare a piacimento tutti i terreni coltivati». Anche le stazioni di sport invernali di bassa quota sono a rischio: «In realtà si può affermare che tutto quello che si trova al di sotto dei1500 metrinon è più gestibile a lungo termine». Inoltre, a causa dello scioglimento del permafrost potrebbero moltiplicarsi fenomeni come frane e smottamenti.

Iniziative per la protezione del clima

Uno dei segni più evidenti del cambiamento climatico è lo scioglimento dei ghiacciai. Per questo in Svizzera nell’estate del 2018 è stata lanciata l’Iniziativa per i ghiacciai. Essa si propone di raccogliere dichiarazioni di sostegno per un’iniziativa popolare e vuole quindi ancorare nella Costituzione federale svizzera gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima del 2015, come l’eliminazione graduale dell’energia fossile entro il 2050. L’elenco dei sostenitori è vario e va oltre il mondo ambientalista in senso stretto. L’ingegnere informatico Daniel Germann, residente a Rickenbach bei Wil, è uno di questi: «Il riscaldamento globale è il problema più grande dell’umanità. La soluzione è chiara e semplice: smettere di bruciare carbonio». Purtroppo la politica pone l’economia al di sopra dell’uomo e della natura ed è incapace di prendere una decisione in tal senso. «L’iniziativa per i ghiacciai è urgente e necessaria».

In Austria intanto Helga Krismer, esponente politica dei Verdi, sta raccogliendo voti per un referendum sul clima. Anche il Comitato consultivo sul clima alpino della Convenzione delle Alpi sta lavorando per obiettivi climatici comuni per tutti i Paesi alpini. Le visioni climatiche saranno anche oggetto di una conferenza congiunta delle reti «Alleanza nelle Alpi» e «Città alpina dell’anno» e della CIPRA International, che si terrà il 7 e 8 novembre 2018 ad Innsbruck. La manifestazione rappresenta il segnale di partenza per una partnership alpina di azioni locali per il clima.

 

Fonti e ulteriori informazioni:
www.de-ipcc.de/256.php (de), http://www.alpconv.org/it/organization/groups/AlpineClimateBoard/default.html, www.klimaschutz-schweiz.ch/ (de, fr), www.klimavolksbegehren.at (de),  www.iac.ethz.ch/people/knuttir (en)