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“Protezione del clima e adattamento climatico sono materie trasversali”

15/11/2017 / alpMedia
Intervista: Alpi climaneutrali entro il 2050 – come arrivarci? Helmut Hojesky, presidente del Comitato consultivo sul clima alpino della Convenzione delle Alpi, risponde su compiti, obiettivi e modi di procedere.
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Helmut Hojesky, presidente del Comitato consultivo sul clima alpino © BMLFUW Alexander Haiden

Herr Hojesky, quali sono i compiti del Comitato consultivo sul clima alpino?

La XIV Conferenza delle Alpi ha istituito il Comitato consultivo sul clima alpino al fine di riunire le varie iniziative e contributi relative ai cambiamenti climatici presenti nello spazio alpino e di elaborare proposte per un concreto sistema di obiettivi della Convenzione delle Alpi nella prospettiva di uno “spazio alpino climaneutrale”. Ciò avverrà in conformità con gli obiettivi europei e internazionali. I risultati verranno presentati alla XV Conferenza delle Alpi.

Quali sono le misure proposte dal Comitato consultivo sul clima alpino per raggiungere l’obiettivo “Alpi climaneutrali entro il 2050”?

Il Comitato consultivo sul clima sta elaborando raccomandazioni concrete; al momento esse si trovano ancora in fase di redazione. Grazie all’estesa raccolta di dati portata avanti dal Comitato sulle iniziative esistenti sui cambiamenti climatici e grazie alla relazione che ne è conseguita si sono potuti già identificare possibili campi d’azione. I prossimi incontri del Comitato consultivo sul clima saranno dedicati alle raccomandazioni e all’elaborazione di un sistema di obiettivi.

Quali sono gli ostacoli maggiori nell’affrontare questi compiti e per conseguire questo obiettivo?

I temi protezione del clima e adattamento ai mutamenti climatici sono materie trasversali che  entrano in gioco nell’operato di quasi tutti i gruppi di lavoro e piattaforme della Convenzione delle Alpi. La sfida più grande consiste nel far confluire al meglio questi temi nei mandati futuri e nelle attività correnti di tutti questi ambiti di lavoro .

Come viene coinvolta la società civile nel Comitato consultivo sul clima?

La composizione del Comitato avviene su una base estremamente ampia. Il fatto che alle sedute del Comitato consultivo sul clima alpino partecipino e siano attivamente coinvolti rappresentanti della società civile come WWF, CIPRA, Iscar, DAV, Alparc o CAA garantisce che vengano prese in considerazione le istanze di tutti.

Come vede il Suo ruolo di presidente del Comitato consultivo sul clima?

Per me è importante soprattutto effettuare il collegamento con quelle trattative in ambito europeo e internazionale che sono importanti a livello di politica climatica. Perché solo con uno sforzo comune potremo raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima e uno spazio alpino climaneutrale entro il 2050.