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Punto di vista: Affinchè il paesaggio abbia un futuro

12/06/2019 / alpMedia
I custodi del paesaggio sono le persone che vi abitano. Devono essere coinvolte nei processi decisionali e di sviluppo, afferma Špela Berlot, direttrice della CIPRA Slovenia.
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Direttrice della CIPRA Slovenia (c) Katarina Žakelj

Il paesaggio alpino è un mosaico variegato. A volte idilliaco, a volte aspro, riflette il passato e il presente delle persone che vi abitano. Ma sta cambiando: l’agricoltura, il turismo, le vie di comunicazione, la produzione di energia elettrica – le loro infrastrutture consumano e distruggono il paesaggio. Affinché il paesaggio alpino abbia un futuro, ha bisogno di protezione, di una pianificazione lungimirante e del coinvolgimento della popolazione locale.


Le istituzioni competenti, i servizi professionali, lo Stato, i comuni rispondono troppo lentamente, in modo non coordinato e senza la necessaria ambizione. Manca un dialogo regolare, aperto, integrativo e orientato alla soluzione tra coloro che pianificano, sviluppano e gestiscono e coloro che vivono nella regione. Accordi vincolanti e una concezione comune delle misure di protezione, amministrazione e sviluppo contribuiscono a plasmare e gestire il paesaggio in modo responsabile. In assenza di cooperazione tra i settori e gli Stati, è a rischio anche la gestione sostenibile della “risorsa” paesaggio. Una risorsa naturale che non è rinnovabile.

È necessario sostenere le buone pratiche in relazione con il paesaggio. Linee guida vincolanti possono contribuire a incoraggiare le persone a relazionarsi a paesaggio in modo sostenibile e rispettoso. Con il progetto “Ground for Landscape Policy”, ad esempio, viene definito un accordo che costituisce la base per decisioni rapide, coordinate, sostenibili e ambiziose su come rapportarsi al paesaggio. In questo modo si creano approcci per collegare e coordinare le aspettative, gli obiettivi e le azioni dei diversi settori e attori. Il paesaggio contribuisce così a rendere lo sviluppo di una regione un’esperienza tangibile come processo comune ed elemento importante dell’identità personale e regionale.

Špela Berlot, direttrice CIPRA Slovenia