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La diversità biologica paga - Le aree protette contribuiscono all'immagine delle Alpi, aiutando l'uomo e la natura

20/03/2007 / Swantje Strieder
Se ben gestite, le aree protette possono contribuire alla creazione di valore regionale e alla conservazione della biodiversità. Le strutture ricettive contrassegnate da un marchio di qualità, come i gîtes Panda delle Alpi francesi, migliorano la qualità della vita all'interno delle aree protette, ma anche nei dintorni.
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La creazione di aree protette vaste e funzionanti è una delle grandi sfide del XXI secolo per ecologisti, esperti di pianificazione territoriale e politici. © CIPRA International
Il viavai alle stazioni di fondovalle, le località sciistiche create artificialmente dal nulla, i parcheggi grandi quanto campi da calcio: la crescita del turismo e della mobilità, ma anche la contemporanea desertificazione del paesaggio per l'abbandono dell'agricoltura, mettono a repentaglio la biodiversità alpina. La creazione di aree protette vaste e funzionanti è una delle grandi sfide del XXI secolo per ecologisti, esperti di pianificazione territoriale e politici.
Già a una prima occhiata, si resta confusi davanti al grande numero di categorie di aree protette esostenti (parchi nazionali, aree di protezione naturale, aree di protezione del paesaggio, parchi naturali, parchi regionali, riserve della biosfera, aree soggette a vincoli paesaggistici ecc.) e in più le definizioni cambiano da paese alpino a paese alpino. Alcune aree protette servono, innanzi tutto, allo sviluppo regionale e a mantenere la qualità della vita dei residenti e dei confinanti, altre servono unicamente a salvaguardare la biodiversità. La CIPRA ritiene che le aree protette siano pilastri importanti dello sviluppo regionale sostenibile, ma mette in guardia dal balletto di etichette e chiede uno sviluppo qualitativo delle aree protette: per tutte le categorie, vanno introdotti criteri di qualità vincolanti e validi su tutto l'arco alpino.
Il team di esperti incaricato dalla CIPRA, nell'ambito della propria ricerca sul "Futuro nelle Alpi", si è concentrato soprattutto su quei progetti che sono riusciti a conciliare visibilmente interessi contrastanti, come lo sviluppo regionale e la qualità della vita e la conservazione della biodiversità. Gli esperti si sono posti i seguenti interrogativi:

o Quali sono le condizioni perché le grandi aree protette possano contribuire sia alla creazione di valore regionale che al mantenimento della biodiversità?
o Esistono strategie di sviluppo efficaci per le aree protette?
o Le aree protette esistenti contribuiscono alla conservazione delle specie e degli habitat?
o Com'è possibile fare in modo che la conservazione della biodiversità diventi una delle tematiche top?

Le aree protette quali vettori di immagine
In linea di massima, si può constatare che la creazione di aree protette incide positivamente sullo sviluppo regionale. Già in termini di immagine il guadagno è enorme. La creazione di valore regionale non è peraltro così facile da misurare. E' possibile quantificare la creazione di nuovi posti di lavoro solo nell'amministrazione del parco e nel management (biologhe, guardaparco, ranger dei parchi nazionali). Più difficile stabilire se il posto di lavoro in un bar o in una panetteria sia riconducibile alla voglia di caffè dei turisti o dei residenti. La CIPRA sottolinea tuttavia che, nel valutare l'importanza delle aree protette per lo sviluppo regionale, non bisogna limitarsi alla sola dimensiona della creazione di valore. Il valore delle aree protette è multifunzionale, e non sempre può essere quantificato con precisione. Basti pensare all'ecologia: l'estrema complessità dei sistemi biologici non può essere sintetizzata da un pugno di cifre. Gli scienziati hanno comunque identificato alcuni indicatori significativi, come per esempio la presenza di specie minacciate o le dimensioni delle aree protette. Il valore reale della biodiversità è inestimabile, ed è fondato su considerazioni di natura estetica e culturale, ma anche sulla regolazione del clima e delle acque, sulla natura del terreno e sull'impollinazione degli alberi da frutto a cura degli insetti, da cui dipende l'entità del raccolto agricolo.

La Genziana del Triglav e il papavero delle Alpi del sud devono continuare a esistere
In genere, la diversità biologica delle Alpi è di gran lunga superiore a quella della pianura. Ciò dipende dalla grande varietà di nicchie ecologiche riconducibili a un dislivello di oltre 3000 metri, alla diversa topografia e ai notevoli sbalzi climatici che si riscontrano in una piccola area e infine, non da ultimo, all'agricoltura tradizionale. Nelle Alpi si concentra non solo un terzo della flora europea, ma anche 400 specie di piante straordinarie, che crescono solo qua, come la genziana del Triglav, il garofano glaciale o il papavero delle Alpi del sud. Eppure, da un secolo a questa parte, la biodiversità diminuisce a ritmo serrato, e il numero di specie in via d'estinzione negli ultimi anni si è moltiplicato. Per contrastare questa tendenza, la CIPRA propone di collegare attraverso corridoi ecologici le aree protette e gli altri territori caratterizzati da un'elevata biodiversità. La diversità delle specie e la funzionalità ecologica vanno conservate e incentivate anche al di fuori delle aree protette.

Le sfide per la gestione delle aree protette
Molti dei responsabili nel campo della protezione della natura si lamentano del fatto che c'è una massa enorme di informazioni inutili, a fronte di una carenza concomitante di competenze specialistiche, sia per quanto riguarda loro stessi che il personale. Vari gruppi di interesse come gli agricoltori, i proprietari forestali, i cacciatori, i proprietari di segherie, gli albergatori e i ristoratori spesso si convincono difficilmente dei vantaggi delle aree protette, perché temono di essere limitati nelle loro attività e nei loro diritti.
I gruppi ambientalistici sottovalutano fin troppo spesso le sensibilità e le paure degli stakeholder. E' quanto è avvenuto per esempio con il Progetto Lupo del parco naturale Bayerischer Wald, che è fallito per la scarsa disponibilità della popolazione, oppure con l'infelice scelta del nome della riserva della biosfera della Rhön, che alla popolazione evocava una riserva indiana statunitense, aperta ai visitatori! Perché i progetti di protezione della natura possano avere successo nel lungo periodo e contare sul sostegno della popolazione, è necessario che tutti gli stakeholder vadano nella stessa direzione.

Esperienze nella natura come attività ricreativa importante
Il lavoro di persuasione su scala locale è agevolato dal fatto che le tematiche della protezione della natura e della diversità biologica sono percepite in modo estremamente positivo, soprattutto nei paesi più settentrionali delle Alpi, come l'Austria e la Germania. L'83% degli Austriaci ritiene che la creazione di parchi nazionali sia importante, se non addirittura importantissima. Tre quarti di tutti gli abitanti delle Alpi ritengono che i parchi siano un comparto rilevante per l'economia e il 95% pensano che incoraggino il turismo. Il 78% dei Tedeschi ritengono che il contatto con la natura durante le ferie sia importantissimo. L'escursionismo è, inoltre, una delle loro attività preferite durante le vacanze.
Nell'ambito delle proprie ricerche, il team di esperti ha studiato 17 progetti pilota, che peraltro non sono tutti situati nelle Alpi. Gli esperti si sono concentrati su quelle aree caratterizzate da una stretta collaborazione di turismo, agricoltura e attività commerciali e sono giunti a formulare le seguenti raccomandazioni:


o Il progetto deve avere contorni chiari fin dall'inizio, in modo da non suscitare false aspettative tra gli stakeholder. Fin dall'inizio, è necessario coinvolgere nel dialogo chi si esprime in modo critico. Molte iniziative sono destinate a fallire senza la collaborazione delle principali associazioni e imprese economiche.

o Il management ha bisogno di competenze specialistiche, ma anche sociali, per prevenire ed evitare i conflitti con gli stakeholder. Cambiare le proprie abitudini di consumo (per esempio nel campo dei consumi energetici) e il proprio stile di vita (andare a spasso in bici anziché in auto) a favore di una protezione dell'ambiente sostenibile richiede molta creatività e pazienza da parte di tutti gli interessati.

o Per ottenere l'adesione e i finanziamenti necessari, le aree protette devono sempre dimostrare il loro diritto di esistere. La valutazione dei processi economici, sociali ed ecologici contribuisce a motivare positivamente i responsabili e a facilitare l'accettazione da parte dell'opinione pubblica.

o La creazione di reti ecologiche tra le aree protette e le immediate vicinanze comporta effetti sinergici e contribuisce a proteggere la natura su scala più ampia.

o Per creare grandi aree protette c'è bisogno di una personalità con capacità di leadership che sia nota e accettata dall'opinione pubblica. In questo modo, è possibile agevolare l'acquisizione del sostegno da parte della politica e dell'economia.

La diversità biologica non viene studiata a sufficienza
La misurabilità e la valutazione della biodiversità è un tema pressante all'interno della comunità scientifica. Secondo i dati raccolti, il 96% delle aree protette hanno già un sistema di monitoraggio della biodiversità su scala mondiale o sono comunque sul punto di approntarne uno. Tuttavia, i metodi finora utilizzati danno solo risultati parziali.
Gli esperti incaricati dalla CIPRA citano Natura 2000, il sistema di aree protette transfrontaliere per le piante e gli animali minacciati e gli habitat rari all'interno dell'Unione Europea. Natura 2000 fissa standard elevati per le aree protette e il relativo monitoraggio, senza però prestare sufficiente attenzione alla particolare situazione dei paesaggi d'alta quota. Per esempio, molte specie di piante che sono una peculiarità delle Alpi non sono nemmeno catalogate. La protezione delle Flagship Species, di quelle specie animali particolarmente amate e fotogeniche, come l'aquila reale e il gipeto barbuto del Parco nazionale Alti Tauri, ha una grande eco mediatica e si traduce in un impegno crescente da parte di molti amici della natura, ma sotto l'aspetto scientifico è poco significativa del valore ecologico dell'intero territorio.
Anche il sistema di monitoraggio della biosfera BRIM (Biosphere Reserve Integrated Monitoring), pur avendo un ampio approccio di tipo naturalistico e socioeconomico, finora ha avuto scarse applicazioni pratiche. Sono necessarie ulteriori ricerche, per dare risposte concrete a chi si chiede in quale misura le aree protette contribuiscano alla conservazione della biodiversità.

Tra i 17 progetti pilota studiati dal team di esperti incaricato dalla CIPRA, tre sono presentati qui di seguito. Si tratta di progetti di successo all'interno di aree protette già esistenti, che promuovono lo sviluppo regionale e la biodiversità:

1. L'esempio della Carinzia (Austria)
www.hohetauern.at
La tutela della natura e del paesaggio culturale nel Parco nazionale Alti Tauri
Il Parco nazionale Alti Tauri, con i suoi 180.000 ha di superficie, è ubicato nel cuore delle Alpi austriache. Quest'area protetta, fondata nel 1981, è stata il primo Parco nazionale austriaco. Occupa larghe parti di tre Bundesländer (Carinzia, Tirolo e Salisburghese). Nel parco si trovano paesaggi alpini ancora intatti come ghiacciai, deserti rocciosi e di detriti, cascate, pascoli di montagna e foreste, ma anche alpeggi curati dell'uomo da secoli. Una passeggiata attraverso le diverse zone vegetative, dal fondovalle fino alle cime dei 3.000, evidenzia la ricca varietà biologica delle Alpi.

Un uso sostenibile del suolo sotto l'egida dell'amministrazione del Parco nazionale
All'inizio degli anni '90, l'attenzione si è concentrata non solo sulla protezione della natura, ma anche su quella del paesaggio culturale. L'amministrazione del parco ha realizzato una cartografia e una valutazione delle aree oggetto di uno sfruttamento intensivo, ma comunque importanti per la protezione del paesaggio. Un'associazione di gestori locali ha previsto dei compensi per gli agricoltori che continuavano la loro attività: all'epoca, si trattava di una nuova forma di promozione dell'agricoltura. Complessivamente oggi nella regione del Parco nazionale, in Carinzia, l'agricoltura sostenibile viene incentivata su un'area di 6.000 ha. Queste superfici creano una sorta di fascia tampone intorno all'area centrale del Parco, severamente protetta.

La protezione del paesaggio e la creazione di valore procedono di pari passo
Durante la stagione estiva 2003, l'amministrazione del Parco nazionale ha deciso di condurre un censimento dei visitatori. Il numero di ospiti che dichiaravano di essere venuti solo per il Parco nazionale (il 16%) era straordinariamente alto. Per un altro 34% il Parco rappresentava un ulteriore incentivo, che si aggiungeva a quelle che erano le finalità del soggiorno, quali l'"escursionismo" o il "relax". Molti alberghi, rifugi e ristoranti si sono resi conto di questo potenziale. Sull'homepage del Parco figurano tre dozzine di "aziende partner". Sulle tavole fanno la loro comparsa i prodotti biologici prodotti nella regione del Parco naturale. Gli albergatori informano sulle visite guidate e sulle altre offerte di turismo dolce. I ristoranti del gruppo "Gastwirte Nationalpark Hohe Tauern" propongono "piatti creativi a base di carne di manzo di produzione regionale, a sostegno degli agricoltori della regione".

2. L'esempio della Francia
www.wwf.fr
I Gîtes Panda
I Gîtes Panda, gli alloggi del panda, sono un'idea di marketing riuscita per un turismo dolce nell'intera Francia, ma che ha avuto un particolare successo nelle zone più isolate delle Alpi francesi. Nell'arco di pochi anni, i Gîtes Panda sono diventati un marchio sinonimo di vacanze a contatto con la natura, sotto il controllo del WWF francese.
I Gîtes Panda appartengono alla grande rete ricettiva dei Gîtes de France e devono soddisfare tre condizioni: oltre a essere ubicati in un parco naturale regionale o in un parco nazionale, devono soddisfare gli standard minimi previsti per il pernottamento dai Gîtes de France, mentre i proprietari devono essere ambasciatori convinti della natura.

Pernottare a contatto con la natura in strutture ricettive selezionate
Per esempio, il proprietario della locanda rurale A la Crecia, situata a 1100 m di altitudine nel Parco naturale del Vercors, nel Delfinato, ha adottato l'energia solare per acqua calda e riscaldamento. La sua famiglia ha poi un gregge di 250 pecore merinos, che d'estate pascolano sull'alpeggio. Il proprietario della Ferme Les Transhumances nel Parco nazionale del Mercantour, nella regione Hautes-Alpes, ha predisposto un sentiero natura per i propri ospiti. Chi invece non ama le passeggiate, potrà dedicarsi alla preparazione di marmellate, alla costruzione di muretti di pietra all'antica o alla pastorizia. In sostanza, grazie alla collaborazione riuscita tra diverse istituzioni nel campo del turismo e dell'ambiente, si è creato un prodotto di altissima qualità, che persegue obiettivi di tipo ecologico.

3. L'esempio della Slovenia
www.logarska-dolina.si
Vincitore del concorso "Futuro nelle Alpi"
Logaska dolina, il parco dei cittadini
La Logarska dolina o valle Logar in Slovenia è considerata un piccolo gioiello paesaggistico. La vallata, lunga 7 km e larga circa 250 m, è modellata da un ghiacciaio risalente all'ultima glaciazione. Vi crescono larici, tassi, tigli ed olmi possenti. Il fondovalle è caratterizzato da aziende agricole che vantano una storia secolare e da estese superfici prative che rendono il paesaggio culturale estremamente pittoresco.

Già nel 1987 il comune di Solcava, di cui la vallata fa parte, aveva costituto un parco paesaggistico senza però assicurare il relativo finanziamento. Il Parco ha preso davvero vita solo cinque anni dopo, quando la popolazione locale ha iniziato a occuparsene.

Uno sviluppo in armonia con la natura
La società no-profit promossa dalla popolazione ha ottenuto dal comune il permesso di sfruttare l'area del Parco. Alla società facevano capo vari partner: proprietari terrieri, valligiani, ma anche visitatori, estimatori della valle e specialisti di pianificazione territoriale, tutti uniti dalla volontà di promuovere uno sviluppo economico che tenesse conto degli interessi della natura e della protezione dell'ambiente.
La società ha destinato gli aiuti ricevuti alla creazione di infrastrutture per l'ecoturismo, quali per esempio un depuratore e una centrale di teleriscaldamento, ma anche alla realizzazione di itinerari educativi e alla ristrutturazione di edifici tradizionali. La serietà dell'approccio ecoturistico è dimostrata dal fatto che, oltre a creare parcheggi ai margini del parco, è stato previsto un "biglietto di ingresso" per le auto che entrano nella vallata e per porre fine allo sviluppo incontrollato degli insediamenti è stato limitato il numero degli alloggi.
Nei soli mesi estivi, oggi si registrano circa 100.000 presenze di visitatori, che consentono di poter commercializzare direttamente i prodotti dell'economia tradizionale, per lo più prodotti alimentari. Queste misure hanno anche contribuito alla preservazione del paesaggio culturale, con le sue peculiari case contadine. Se prima della creazione dell'area protetta la maggior parte dei valligiani ricavavano solo un reddito modesto dall'agricoltura e dalla silvicoltura, oggi molte famiglie prosperano grazie ai guadagni provenienti dal turismo dolce.
La giuria del concorso CIPRA "Futuro nelle Alpi" ha individuato nel modello di questa iniziativa comunitaria il progetto vincitore nella categoria "Aree protette".