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La fauna selvatica messa a dura prova dall'inverno ha bisogno di tranquillità

27/08/2009 / alpMedia
La statistica sulla caccia, recentemente pubblicata dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), documenta che nello scorso inverno si è registrato il maggior numero di perdite degli ultimi decenni tra cervi, caprioli, camosci, stambecchi e cinghiali.
In alcuni Cantoni di montagna, il numero di animali morti è risultato il triplo rispetto all'anno precedente. Un esempio è costituito dal cervo nel Canton Grigioni, dove i capi morti sono stati 2.047 contro i 617 dell'inverno 2007/2008.
Le perdite elevate subite dalla fauna selvatica sono in stretta correlazione con le riserve di energia degli animali: durante l'estate e l'autunno accumulano riserve di grasso, grazie a cui possono sopravvivere durante i mesi invernali quando il cibo scarseggia. Se verso la fine dell'inverno la neve è ancora abbondante, molti animali muoiono d'inedia, dopo aver consumato interamente le loro riserve di grasso senza riuscire a trovare cibo nutriente. Le zone di quiete sono molto importanti per consentire alla fauna selvatica di preservare le proprie energie. Il disturbo arrecato da chi pratica lo sci fuori pista o escursioni con le racchette da neve costringe gli animali alla fuga e quindi a sprecare energie supplementari e a indebolirsi ulteriormente.
Fonte: www.bafu.admin.ch/aktuell/medieninformation (de/fr/it)