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La Svizzera rifiuta i Protocolli della Convenzione delle Alpi

30/09/2010 / alpMedia
Dopo una lunga storia costellata di sofferenze, il Parlamento svizzero ha definitivamente respinto la ratifica dei Protocolli della Convenzione delle Alpi. In questo modo, la Svizzera ha congelato il tema per anni.
L'impegno del Ministro dell'ambiente Moritz Leuenberger non è servito a nulla, il Consiglio nazionale ha affossato la ratifica dei Protocolli della Convenzione delle Alpi con 102 voti contro 76.
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L'impegno del Ministro dell'ambiente Moritz Leuenberger non è servito a nulla, il Consiglio nazionale ha affossato la ratifica dei Protocolli della Convenzione delle Alpi con 102 voti contro 76. © UVEK/Béatrice Devènes
La Convenzione delle Alpi scaturisce da una richiesta della CIPRA volta a garantire uno sviluppo equilibrato della società, dell'economia e della natura in una regione molto sensibile come quella delle Alpi. Nel 1991 i Ministri dell'Ambiente dei Paesi Alpini dell'UE hanno sottoscritto una Convenzione quadro con i principi di carattere generale. Nel 1995 questa Convenzione è entrata in vigore per i primi Paesi alpini; già allora la Svizzera è stato il fanalino di coda insieme all'Italia ed ha aderito alla Convenzione solo nel 1999. Nel 2001 il Governo ha invitato il Parlamento a ratificare tutti i Protocolli di attuazione. Dopo una serie incredibile di lungaggini e dilazioni da parte dei partiti di centro destra e delle associazioni economiche e un continuo palleggiarsi fra le due Camere del Parlamento, in data 29 settembre 2010 il Consiglio nazionale ha affossato il seppur modesto invito del Consiglio degli Stati a ratificare almeno tre dei nove Protocolli. Nemmeno questo! Per la cooperazione con gli Stati alpini basta apparentemente essere Parte contraente della Convenzione delle Alpi, senza bisogno dei Protocolli che rappresenterebbero un ulteriore vincolo.
In tal modo la Svizzera è piuttosto isolata sul palcoscenico internazionale e corre il rischio di rendersi ridicola. Quello che i Parlamenti della Germania e dell'Austria, ad esempio, hanno approvato senza un solo voto contrario, in Svizzera è considerato dalla maggioranza dei Consiglieri di Stato un pericolo per lo sviluppo economico delle Alpi.
La CIPRA analizzerà attentamente i futuri sviluppi della Convenzione delle Alpi. Nella primavera del 2011 la Svizzera assumerà per due anni la Presidenza della Convenzione. In quella sede si vedrà come intende attuare la sua idea di cooperazione come Parte contraente della Convenzione delle Alpi ma non dei singoli Protocolli. Ci sarebbe parecchio da fare ed è auspicabile che le parole svizzere ora siano seguite dai fatti.