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L'implementazione del protocollo Trasporti - una strada irta di ostacoli

16/12/2003 / Gerold Glantschnig
La Convenzione delle Alpi persegue l'obiettivo di creare un'integrazione tra interessi ecologici ed economici attraverso misure interdisciplinari e transnazionali. La difficoltà di questo obiettivo emerge nel modo più chiaro nel settore dei trasporti, perché qui si scontrano anche sostanziali contrapposizioni di interessi tra la popolazione alpina ed extra alpina.
Nel corso dell'elaborazione del protocollo Trasporti gli orientamenti stabiliti nella Convenzione quadro hanno messo in luce sostanziali discrepanze nella loro concezione da parte degli Stati alpini. L'obiettivo di perseguire la riduzione dell'inquinamento si è concretizzato in Austria nel divieto di costruire nuove strade di transito transalpine. Dal momento che altre Parti contraenti, come ad esempio la Svizzera, non hanno tratto conseguenze di tale portata, ne è conseguita una paralisi di anni delle iniziative per l'alleggerimento del traffico nella regione alpina. Nel frattempo si è giunti alla sottoscrizione del protocollo Trasporti, ed esso non si limita al divieto di nuovi assi di transito, ma comprende anche la riduzione dell'impatto nelle strade di transito esistenti. Per ottenere questa riduzione dell'impatto, la Convenzione delle Alpi prevede anche la possibilità di emanare regolamenti nazionali più restrittivi, a condizione che siano in accordo con il principio della libera circolazione delle merci. La Convenzione delle Alpi costituisce quindi un'importante tessera nel mosaico degli sforzi volti ad arginare l'impatto del traffico di transito sulle Alpi.
Fonte : CIPRA-Info 70