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Costruire sulle Alpi

Anno di pubblicazione2005
Autore(i)Giovanni  Simonis
ISBN/ISSN88-86593-60-0
Numero di pagine276
Linguait
PrezzoEUR 50.-
Acquistohttp://www.tarara.it/stampa.php?id=51
Pagina(e)276
Il paradosso è che da quando gli abitanti delle Alpi hanno smesso di costruire da sé le proprie dimore, una cultura venuta dalla pianura ha messo mano a una codificazione della "casa rurale", o, peggio, del "rustico". E invece, avverte Giovanni Simonis, "nelle Alpi non esistono la casa rurale e nemmeno, come dicono alcuni con intenzionale riduzione qualitativa, la 'casa contadina' la 'casa rustica': esiste solo la casa, termine che useremo per semplicità ma dovremmo meglio usare la dimora".
Architetto e docente al Politecnico di Milano, Simonis dedica così tutto il suo Costruire sulle Alpi - storia e attualità delle tecniche costruttive alpine (Tararà, pagg. 276, 50 euro) a dimostrare come le specificità dell'architettura alpina siano originate da condizioni ambientali e forme culturali originali, e solo a posteriori abbiano ricevuto le più diverse denominazioni. La sua indagine, riccamente supportata da fotografie, disegni e planimetrie, spazia geograficamente lungo l'intero arco alpino, e analiticamente attraverso le diverse tecniche costruttive (dalle quali discendono gli esiti estetici). Perché, scrive Simonis, "l'architettura di montagna non è formalistica, non si piega a raggiungere un risultato formale ignorando o mascherando rigorosi principi tecnologici. È giusto quindi parlare di architettura alpina: invece fino a qualche decennio fa non si osava neppure citarne la parola e si parlava di edilizia o di casa rurale". Dai tetti di paglia a quelli in scandole di legno, dalla pietra regina ai fienili di larice, alle solide dimore decorate per devozione o per sfoggio di benessere, la varietà delle tipologie esaminate riproduce la varietà delle risposte che la cultura alpina ha dato alla primaria esigenza dell'abitare, tante quante sono le sue espressioni. Solo una concezione autistica della cultura alpina può intenderla monolitica e non comunicante: quella che si riflette nei populismi pedemontani che vanno per la maggiore; o, visto che siamo in tema, nelle brutture edificate con le "migliori" intenzioni che costellano le Alpi.
"Oggi - e si capisce che Simonis parla d'Italia, ma con uno sguardo più esteso - l'arrogante ambizione del progettista di provincia maschera sotto l'ansia di cambiamento solo miserabili intenti speculativi: qualche metro cubo in più da vendere. A volte sembra che in quel passato più modesto e riflessivo che ha caratterizzato gran parte dell'edilizia residenziale antica, particolarmente alpina, ci sia qualcosa di vergognoso, da dimenticare e nascondere". Con un vaso di gerani o il sacrificio di sé sull'altare del turismo della massa, "gettata allo sbaraglio sulle montagne [e] capace di trasferirvi i propri modi di vita, le proprie esigenze più banali e superficiali, senza attenzione né riflessione".

Erminio Ferrari
archiviato sotto: Architettura, Edilizia