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Punto di vista: Oltre gli stereotipi di genere

12/04/2017 / alpMedia
Ancora oggi la parità di genere è considerata cosa da donne. Invece esistono motivi sufficienti perché sia trattata come una questione che riguarda l’intera società. E che torna a vantaggio di tutti, specialmente nelle Alpi – Barbara Wülser, vicedirettrice della CIPRA Internazionale ne è fermamente convinta.
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Barbara Wülser, vicedirettrice della CIPRA International © Martin Walser.

La Conferenza delle donne, convocata ad Alpbach per il 18 e 19 aprile 2017 dalla Presidenza austriaca della Convenzione delle Alpi, verterà sull’importante ruolo che in ogni parte del mondo le donne rivestono per lo sviluppo delle regioni montane. Le donne però non gradiscono limitarsi a questo ruolo, ma pretendono condizioni di uguaglianza, ad esempio nell’istruzione, nell’attività professionale o nella gestione della famiglia. Presumibilmente ad Alpbach le relatrici e il pubblico saranno per la maggioranza di sesso femminile. La questione delle pari opportunità dovrebbe invece stare a cuore anche agli uomini. Tutti quanti, donne e uomini, traggono vantaggio da una condivisione delle responsabilità e delle opportunità.

Le economie nazionali trarrebbero un immenso guadagno da una maggior partecipazione delle donne alla vita professionale. In tutto il mondo oltre 1,6 miliardi di donne potrebbero essere più integrate nel mercato del lavoro, come ha constatato in un suo studio il Fondo monetario internazionale. Nei paesi industrializzati occidentali, e quindi anche negli stati alpini, l’ostacolo maggiore è la carenza di servizi di assistenza all’infanzia. Qui da noi le donne sono istruite almeno quanto gli uomini. Eppure ancora oggi è raro e difficile fare carriera lavorando part-time. E la maggior parte del potenziale economico continua a poggiare sulle spalle degli uomini. Benché negli Stati alpini la parità tra i sessi sia sancita dalla legge, spesso i retaggi e i modelli di ruolo continuano a essere fattori ben più decisivi di quanto lo siano il talento e le inclinazioni.

Parità non significa uniformazione, anzi, essa consente di sfruttare i diversi potenziali e gli spazi d’azione. Divisione dei compiti significa impostare la quotidianità in base ai propri bisogni e alle proprie possibilità, fare esperienze diversificate, stare vicini alla propria famiglia e al tempo stesso prendere parte alla vita sociale. Gli uomini possono cucinare o giocare con i bambini tanto quanto le donne. Le donne possono presiedere una seduta o tenere un discorso tanto quanto gli uomini. Una società in cui uomini e donne partecipano in egual misura alla vita familiare e professionale è una società più adattiva e resiliente. È capace di reagire meglio ai cambiamenti. E proprio nelle Alpi, dove vi sono regioni da un lato caratterizzate da debolezza strutturale e dall’altro prospere, la società dipende tutta da questa resilienza. Le pari opportunità fanno sì che esse continuino a esercitare la loro attrattiva su persone di ogni sesso e di ogni età.

 

Fonti e ulteriori informazioni:

www.fraueninbergregionen.at (de, en) , www.zeit.de/karriere/2013-09/studie-iwf-frauenarbeit (de) , www.imf.org/external/pubs/ft/sdn/2013/sdn1310.pdf (en)

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