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Punto di vista: Alpi ben informate e libere da Olimpiadi

13/11/2013 / alpMedia
I risultati dei referendum contro "Monaco 2022" e "Grigioni 2022" lo dimostrano: lo spirito olimpico è morto. Ma non tutti se ne sono accorti.
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Barbara Wülser è responsabile della comunicazione della CIPRA Internazionale © CIPRA International
Nessuno sa con precisione quando lo spirito olimpico sia passato a miglior vita. Deve essere accaduto circa negli anni '90. Nel 1948, durante le Olimpiadi invernali di St. Moritz, se la passava ancora piuttosto bene, tanto che festeggiò la fine della Seconda guerra mondiale sul podio con gli eroi dello sport e a terra con gli eroi della vita. Mezzo secolo dopo, nel 1992 ad Albertville, si ribellò contro la crescita a dismisura del denaro e della megalomania, tuttavia non riuscì a ottenere nulla contro i disastri ambientali.
A metà degli anni '90 probabilmente si trovava già in camera di rianimazione; non poté impedire che il CIO (Comitato olimpico internazionale) introducesse una nuova norma, in base alla quale i Giochi possono essere assegnati solo a città che si fanno carico in prima persona delle eventuali perdite.
A Torino nel 2006 se ne era già andato. Altrimenti si sarebbe battuto con tutte le sue forze contro questa follia ecologica ed economica, che ha dispensato alle valli piemontesi costi legati alla gestione del dopo evento nell'ordine di miliardi di euro, che perdurano ancora oggi con effetti nefasti.
Nel febbraio 2014 atterrerà a Sochi, quasi caduto dalle nuvole e, tra molte altre domande, si chiederà come mai il CIO, abbia assegnato i Giochi olimpici invernali a una regione dal clima subtropicale. Sarà amareggiato poiché a suo nome si calpestano le regole di base della democrazia e si distrugge un patrimonio naturale dell'umanità.
Solo il CIO non si è accorto che lo spirito olimpico è ormai morto e sepolto. I funzionari continuano a strofinare diligentemente la lampada e promettono allo spirito un mucchio di soldi, affinché egli esca ancora una volta per gettare fumo negli occhi delle persone. Se ciò non funziona, come nelle Alpi nel marzo 2013 nei Grigioni e a novembre a Monaco, hanno ancora un piano B: si fanno corrompere dall'autocrate di turno e assegnano i Giochi a Paesi governati da regimi totalitari, in cui i cittadini non possono dire nulla.
Barbara Wülser, CIPRA Internazionale
www.nolympia.de/2013/11
http://olympia-nein.ch/go/aktuelles/meldungen/0zu4
(vedi anche su "Le rovine di Torino 2006" www.cipra.org/de/alpmedia/news-de/4210/)