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"L'ambiente e il paesaggio non sono rinnovabili"

17/10/2013 / alpMedia
Già spremute come un limone - le Alpi devono dare un contributo ancora maggiore alla transizione energetica? Questo il tema più scottante dibattuto alla Conferenza annuale della CIPRA "Abbeveratoio Alpi".
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Una tesi centrale emersa dalla Conferenza annuale CIPRA è che i margini di sviluppo dell'idroelettrico nelle Alpi sono ormai esauriti. © CIPRA International
L'idroelettrico ha portato un certo benessere in vallate periferiche, ha affermato Mario Broggi nella relazione di apertura della Conferenza annuale della CIPRA, che si è svolta dal 10 al 12 ottobre 2013 a Bolzano/I. Ma è una ciclo che si è concluso. "Manca un bilanciamento dei valori tra il profitto e il valore in sé del paesaggio e dell'ambiente naturale". La transizione energetica diventa così un concetto svuotato di ogni contenuto, utilizzato strumentalmente per indebolire la normativa ambientale.
Broggi, che all'inizio degli anni '90 aveva collaborato alla stesura della legge svizzera sulla protezione dei corpi idrici, a distanza di anni constata che "alcuni impianti idroelettrici non avrebbero mai dovuto essere costruiti". Solo ora si riconoscono le pesanti conseguenze ecologiche che hanno portato a un "silenzioso declino della varietà biologica". "L'idroelettrico è sì rinnovabile, ma non lo sono l'ambiente e il paesaggio interessati dagli impianti", ha proseguito l'ex presidente della CIPRA Internazionale, che proprio il giorno prima aveva ricevuto il premio EuroNatur 2013.

Decidere oggi per domani
Al crescere delle temperature si modifica il bilancio idrico. Il deflusso glaciale inizierà a diminuire al più tardi a partire dal 2050, ha illustrato Georg Kaser, dell'Istituto di meteorologia e geofisica dell'Università di Innsbruck/A. Le Alpi perdono così la loro funzione di serbatoio di stoccaggio per l'acqua potabile. "Noi decidiamo oggi quale direzione prendere - la differenza si manifesterà solo tra 30 o 40 anni", ha proseguito il meteorologo che ha collaborato alla stesura del Quinto Rapporto dell'IPCC delle Nazioni Unite. "In quanto produttori di gas serra, siamo responsabili anche per le persone che vivono in altre regioni coinvolte".

La fame di energie rinnovabili distrugge le basi vitali
Il consumo di energia degli abitanti delle Alpi è superiore alla media, il loro contributo al cambiamento climatico è superiore alla media e la regione in cui vivono ne subisce gli effetti in modo superiore alla media. C'è una via di uscita?
Per risolvere il problema non è sufficiente una buona politica energetica - questo l'esito emerso dal confronto di Bolzano. La transizione energetica può avere un'impostazione sostenibile solo se diminuisce il consumo di energia. Sono necessari una verità dei costi, una strategia globale e un cambiamento di valori. Affinché le decisioni siano accettabili e praticabili devono essere assunte con un processo trasparente e coinvolgendo la società civile.

Ulteriori informazioni: www.cipra.org/it/ca2013 , www.euronatur.org/EuroNatur-Preis-2013.1533 (en)