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La stessa quantità,ma non la stessa qualità dell’acqua

24/09/2013 / Christian Leibundgut
Rispetto alla situazione a livello europeo o addirittura a quella globale, l’approvvigionamento di acqua potabile nelle Alpi è essenzialmente a livelli eccellenti. Il futuro sarà all’insegna dei cambiamenti climatici e dei cambiamenti politico-sociali.
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I ghiacciai come quello del Rodano, in Svizzera, si ritirano a causa dei cambiamenti climatici, il che avrà ripercussioni sulla disponibilità di acqua potabile. © Jo Van Heuvel / flickr.com
L’intensità delle precipitazioni nelle Alpi è generalmente alta, per cui nel complesso la disponibilità di acqua è buona. Le differenze regionali, tuttavia, sono notevoli. Nelle valli alpine interne come il Vallese e l’Alto Adige la disponibilità di acqua è da sempre scarsa. Ciò ha costretto le popolazioni a costruire complessi sistemi di rifornimento idrico, destinati essenzialmente all’irrigazione, ma che durante le fasi secche estive spesso hanno fornito l’acqua potabile alla popolazione.
Come in tutte le regioni di montagna, anche nelle regioni montane alpine domina l’approvvigionamento da sorgenti. Questo sistema consente di rifornire anche i più piccoli insediamenti sparpagliati a tutte le altitudini. Mentre la disponibilità di acqua è essenzialmente garantita per la popolazione locale, le località turistiche possono avere dei problemi a causa degli elevati picchi di consumo durante la stagione turistica. Anche il fabbisogno idrico degli ormai grandi insediamenti a fondo valle supera la disponibilità di acqua erogata dalle sorgenti. Queste aree alpine – analogamente a quelle extralpine – vengono oggi spesso rifornite con le acque di falda provenienti dagli acquiferi di fondo valle. I fiumi delle vallate forniscono grandi quantità di acque filtrate.

Spostamento nello spazio e nel tempo
Mentre la disponibilità di acqua potabile è in genere buona, la qualità è piuttosto modesta. Le zone di captazione delle acque di sorgente sono spesso situate in aree ad utilizzo agricolo intensivo, in zone collinari ad utilizzo intensivo o in zone di turismo di massa. Nascono così i classici conflitti di utilizzo, che continuano a compromettere la qualità dell’acqua stessa. Un’estensivazione dell’agricoltura migliorerebbe essenzialmente la qualità, ma probabilmente influirebbe scarsamente sulla quantità delle potenziali acque potabili.
Volgendo lo sguardo al futuro si possono individuare diversi scenari. I principali fattori ipotizzabili sono il cambiamento climatico e gli sviluppi politici e sociali, fra cui la maggiore frammentazione degli insediamenti nelle Alpi o il più intenso turismo di massa con tutti i suoi effetti collaterali. Il cambiamento climatico nella sua complessità difficilmente darà luogo a maggiori problemi di disponibilità idrica rispetto ad oggi. Ma la disponibilità può essere spostata nel tempo e nello spazio. L’innalzamento del limite delle nevi e lo scioglimento dei ghiacciai sposteranno nel tempo e nello spazio la rigenerazione degli acquiferi di falda. In questo modo i bacini imbriferi delle sorgenti possono risultare esclusi dall’afflusso di acque di scioglimento delle nevi. A livello regionale, nei mesi estivi la mancanza delle acque prodotte dallo scioglimento di nevi e ghiacci può produrre cambiamenti anche sostanziali.

Anche i fattori globali sono in gioco
E’ difficile fare affermazioni di carattere generale, in quanto ogni bacino imbrifero rappresenta un caso a se stante e le deduzioni di carattere generale sono solo parzialmente possibili. Il turismo di massa ha ripercussioni soprattutto puntuali per cui si possono trovare facilmente le relative soluzioni tecniche. Tuttavia vi è il rischio che tali soluzioni non siano sostenibili.
E’ difficile invece valutare sia lo sviluppo dei fattori sociali, sia la politica agricola, su cui influiscono fattori globali. Mentre la politica del territorio e il turismo di massa possono essere gestiti anche a livello nazionale, le parti in causa difficilmente possono intervenire sulle condizioni quadro create da fattori internazionali nel settore agricolo, oppure sulla prevista privatizzazione dell’approvvigionamento idrico europeo.
Il Programma di ricerca nazionale NFP “Gestione sostenibile dell’acqua” si occupa proprio del complesso tema dell’uso dell’acqua in Svizzera e quindi anche nelle Alpi. Una visione e un trattamento globale del tema dovrebbe garantire che per i singoli tipi di utilizzo, come ad esempio l’acqua potabile, si possano individuare soluzioni sostenibili. I lavori di ricerca si concluderanno alla fine del 2013; i rapporti di sintesi e i prodotti finali saranno disponibili a partire dalla metà del 2014.

www.nfp61.ch (fr/de/en)

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Origine: Alpinscena n. 98 (www.cipra.org/it/alpmedia/pubblicazioni/5222)