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Un produttore che, puntando sulle pecore, unisce le persone - Ritratto: Josef Schett

28/11/2007 / Benedikt Sauer
L'allevatore e imprenditore Josef Schett, 20 anni fa, ha puntato tutto sugli ovini della Valle di Villgraten nel Tirolo orientale. Qui si producono materassi, tessuti isolanti, carni e formaggi destinati a un mercato di fascia alta.
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Josef Schett, 46 anni, è allevatore e imprenditore – oltre che ex sindaco – della Valle di Villgraten nel Tirolo orientale, una «valle laterale marginale», come l’ha definita una volta Johannes E. Trojer, pubblicista locale e studioso molto critico delle tradizioni popolari. © Villgrater Natur
Signor Schett, la fattoria di montagna a 1550 metri, da cui Lei proviene e dove vive nella Valle di Villgraten nel Tirolo orientale ha 500 anni. Suo padre era un buon allevatore di bovini. Invece, 20 anni fa, lei ha cambiato tutto e si è dedicato interamente agli ovini. Perché?
Perché i bovini non davano più da vivere. Fiumi di latte e montagne di burro e carne: queste erano le parole d'ordine degli anni 80. Per questo, ho studiato per lavorare in banca. Però pensavo: non può essere, i miei antenati vivono in quella valle da 700 anni e hanno dovuto affrontare tempi ben più difficili dei nostri. Allora ho osservato il mercato austriaco: si importano oltre 300'000 agnelli e quasi tutto il formaggio di pecora. E da noi avevamo vasti pascoli in pendenza, molto più adatti agli ovini che non ai bovini. Ho girato tutta l'Europa alla ricerca di alternative, ma allora ce n'erano davvero poche. In valle poi ho trovato tre agricoltori che hanno deciso di collaborare. Uno di loro faceva il macellaio. Nel 1985 ho fondato "Villgrater Natur" e abbiamo iniziato.

In una valle isolata con poco turismo, i consumatori lontani ...
Per caso ho scoperto che un Professore di economia aveva lanciato un progetto di tutoraggio al quale ho deciso di partecipare. Gli studenti dovevano esercitarsi in libertà. Io ero l'elemento esotico, il contadino che vuole lavorare e commercializzare i suoi prodotti da sé. Attraverso la tesi di laurea abbiamo ottenuto i dati fondamentali e contatti con il settore della gastronomia. Anche la stampa si è interessata a noi. Eravamo famosi prima ancora di lanciare i prodotti sul mercato. Siamo stati i primi in Austria a sviluppare un concetto di marketing per la commercializzazione della carne d'agnello e del formaggio di pecora. Io ho frequentato corsi per casari in Svizzera. La prima estate però, nel 1986, successe il disastro di Chernobil. Anche se da noi non c'era stata pioggia per una settimana e la radioattività non era elevata, non c'era nulla da fare. L'isteria era alle stelle. Così ci siamo mangiati il nostro formaggio e abbiamo fatto esperienza.

Evidentemente non era un motivo per abbandonare. Dov'era la vostra nicchia di mercato? In fondo avete iniziato con carne e latte, di cui ce n'erano già fiumi e montagne, seppure di bovino.
Era la gastronomia di alto livello, per la quale continuiamo a produrre molto. A Villgraten abbiamo il Gannerhof, un ristorante segnalato dalle migliori guide. Inoltre, vendiamo a privati e a ospiti affezionati. L'agnello di montagna del Tirolo orientale è diventato un marchio. Abbiamo incrociato due razze per migliorare la carne, la "Steinschaf" e la "braune Bergschaf" che allevo io stesso. Allora c'è stato un boom. Oggi macelliamo da 700 a 800 pecore all'anno e ne rivendiamo circa 1'000, tutte provenienti dalla valle o da un raggio non superiore a 20 km. Il Tirolo orientale è la zona dell'Austria più ricca di pecore, con 20'000 capi su 350'000 di tutto il Paese. Collaboriamo con una macelleria che ha due filiali nel Tirolo orientale. Abbiamo un canale diretto di fornitura della nostra carne alla Hipp, un'azienda specializzata negli alimenti per neonati. Noi riusciamo a pagare ai contadini circa il 20 % in più delle catene di supermercati che dettano i prezzi. Due catene acquistano il nostro speciale salume di agnello.

Quando e perché ha iniziato la lavorazione della lana nella sua azienda?
All'inizio in misura modesta. La lana non valeva niente. L'industria esige lana bianca fine. Per il melange delle nostre razze incrociate o della pecora di montagna marrone non c'è domanda. Mi sono chiesto allora dove si potesse altrimenti impiegare la lana e ho notato che in passato nelle case si usava per riempire lo spazio dietro il rivestimento in legno, come isolante. Oggi lavoriamo 100 tonnellate di lana grezza, raccolta tramite le associazioni di allevatori, e miriamo a raggiungere l'obiettivo di lavorare tutta la lana di pecora austriaca, pari a 300 tonnellate all'anno. Ne avremmo la capacità, dobbiamo solo lanciare il nostro messaggio: a Villgraten c'è qualcuno che realizza prodotti con la lana di pecora.

Avete trasferito la produzione del materiale isolante in una vostra impresa …
La ditta Woolin, fondata nel 2003. Gernot Langes-Swarovski è entrato in società con il 49 %. Io ho il 51. Con Woolin e il know-how di Langes-Swarovski, vogliamo entrare sul mercato internazionale dei materiali per l'edilizia, nel segmento residenziale alto. Il tessuto isolante è un materiale prezioso, utile per l'insonorizzazione dei pavimenti, per l'isolamento delle pareti ed è anche un filtro biologico contro le sostanze nocive.
Per la distribuzione, abbiamo dei partner regionali nel settore edile, come aziende di carpenteria, falegnami o posatori per le guaine insonorizzanti. I principali mercati per i prodotti isolanti sono l'Austria, il Nord Italia e la Svizzera, ma collaboriamo anche con produttori di case prefabbricate in Polonia.

Esiste una rete con prodotti regionali. L'associazione si chiama "Natur aus Osttirol" (Natura dal Tirolo orientale). Che importanza ha?
Abbiamo una stretta collaborazione nella zona. Da dieci anni c'è "Natur aus Osttirol", alla quale appartengono dodici ditte, tra cui la "Osttirol-Werbung". Vi aderiscono macellai, panettieri, un produttore di grappa, un'azienda di lavorazione della carne, produttori di marmellata e olio di pino, il caseificio del Tirolo orientale e noi di Villgrater Natur. Un'idea regalo è il cesto tirolese che contiene i nostri prodotti.
Com'è la collaborazione con il Gannerhof di Innervillgraten, secondo numerose riviste di gastronomia uno dei principali ristoranti austriaci?
La collaborazione è molto importante, non solo perché si tratta di un ristorante noto per le sue ricette di agnello di montagna del Tirolo orientale, ma anche perché il "Gannerhof" ha numerose case con stanze arredate in stile tradizionale con il legno locale. Lampade e serramenti provengono da fabbri della zona. I materiali isolanti sono della Woolin, materassi, imbottiture, coperte sono fatti con la nostra lana di pecora. Molti ospiti del ristorante comprano da noi questi prodotti. Il Gannerhof ci fa pubblicità su provvigione. E io sono molto contento che in molte case della valle ci siano i nostri materassi.

State ampliando l'azienda. Con quale obiettivo?
Vogliamo ingrandire il negozio, nel quale vendono i loro prodotti anche 30 contadine. Al primo piano offriremo i nostri prodotti alimentari. Il nostro obiettivo consiste nel passare da 8 a 15 dipendenti. Contando anche la sartoria, con cui collaboriamo, e i contadini delle fattorie, dà da vivere già a circa 15 persone. Circa 50 contadini della zona forniscono la loro carne e diventano migliaia, se si considera anche la lana che viene acquistata in tutta l'Austria.

Qual è l'aspetto più importante della sua attività?
Per me è stato sempre importante che la valorizzazione delle risorse locali restasse in valle, venisse portata in valle, per potervi sopravvivere, per costruire qualcosa per le generazioni future. L'obiettivo non può essere lo spopolamento delle nostre valli.
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